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Il mio caro padre Francesco Nolè: conosciuto virgulto e poi ammirato albero gigante e generoso

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di PADRE FRANCESCO CAPOBIANCO

La prima volta che posai lo sguardo sul suo volto giovanile fu quando, come docente di lettere, me lo trovai tra i banchi di scuola come alunno nel  ginnasio di Portici. Già allora lessi la sua delicatezza, la sua sensibilità, la sua forte applicazione allo studio, la proiezione e l’interesse per il suo futuro.

Me lo sono poi ritrovato come mio Padre Provinciale. Francesco Nolè, Provinciale illuminato, che ha dato impulso alla crescita della Provincia Religiosa dei Frati Minori Conventuali di Napoli. Mi commuove il pensiero di quando mi ripetè: “Scommetto su di te” e così nel 1994, contro la mia volontà, mi nominò guardiano del convento San Francesco, affidandomi la cura del complesso monumentale san Francesco e con l’impegno di ravvivare la devozione e l’interesse  intorno alla figura del Beato Bonaventura. Nacque, proprio nel1994, con il suo beneplacito e la sua lungimiranza la rivista del Beato Bonaventura. Marcata  e fattiva la sua preoccupazione per il restauro del convento e della chiesa. Generosa la sua premura  per l’allestimento dell’Aula Magna della biblioteca che lui stesso inaugurò. Intenso il suo amore per il convento di Ravello, ricco di storia, culla della Provincia Religiosa, che custodiva nel cuore e che ha sempre protetto e privilegiato.

Si è spento una faro, per la chiesa e per la Provincia religiosa di Napoli.

Quando fu ordinato Vescovo gli dissi:” Il presente si è fatto futuro”. Ora gli dico:  il futuro si è fatto presente e presente eterno!

“La morte non ha bisogno di Dio, è Dio che ha bisogno della morte”. Laici, agnostici o dichiaratamente atei ripetono questa frase, talvolta con un tono di lieve sufficienza. Per i credenti il pensiero della morte gioca un ruolo non secondario nel rafforzarli nella fede e nell’aprirli alla speranza di un Aldilà. Il cristiano sa  che lassù non vi è soltanto una meta, non solo un compito, ma Lui, il  Vivente. Egli  vuole che lo confessiamo, vuole che corrispondiamo al suo amore. Ci  viene incontro e domanda che noi a nostra volta andiamo incontro a lui.

E’ in tale confidenza che il caro Padre Nolè ha pensato a Lui, non solo con l’intelletto, ma anche con la brama del cuore. Lo ha aspettato, si è raccolto nel pensiero di Lui; ha teso l’orecchio a Lui che viene; lo ha invocato. Si è disposto alla sua venuta. Ora contempla il volto del Vivente!

“Aiutaci, Signore,

a ricordarci che

tutte le relazioni si concludono…

aiutaci a costruire il nostro progetto di vita

non fondandolo sul vuoto lasciato

ma sulle responsabilità rimaste,

sull’interiorità assetata di senso,

sulla missione di impegnarci nella vita,

sul prenderci cura di noi e degli altri.

Lascia che lentamente la speranza si faccia strada

quale naturale antidoto alla depressione

e ci ispiri a essere protagonisti della biografia della nostra vita

che tu ci concedi di scrivere e testimoniare”.

redazione
http://www.quotidianocostiera.it
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