10.7 C
Amalfi

24 aprile 1944: a Ravello il giuramento del primo Governo di unità nazionale [VIDEO]

ultima modifica

Share post:

spot_imgspot_imgspot_img

di ANTONIO FERRARA*

Nel pomeriggio del 24 Aprile 1944 avveniva a Palazzo Episcopio, o allora conosciuta come Villa di Sangro, il giuramento del primo Governo di unità nazionale. Ne facevano parte Benedetto Croce, Carlo Sforza, Giulio di Rodinò, Palmiro Togliatti e Pietro Mancini, del partito socialista che assumevano la carica di ministro senza portafogli. L’avvocato Salvatore Aldisio della Democrazia Cristiana assumeva gli Interni. L’avvocato Fausto Gullo, latifondista calabrese e membro del partito Comunista, andava all’Agricoltura e Foreste. Arangio Ruiz prendeva la Giustizia e Omodeo l’Istruzione. Quinto Quintieri, proprietario della Banca di Calabria, alle Finanze; a Tarchiani i lavori Pubblici, al socialista Attilio di Napoli l’Industria e Cerebona le Comunicazioni. Il governo inoltre si arricchiva di numerosi sottosegretari tra cui il socialista Nicola Salerno e l’azionista Filippo Caracciolo agli Interni, il liberale Mario Bergami all’Agricoltura, il demo-laburista Nicola Lombardo alla Giustizia, il democristiano Jervolino all’Istruzione; il comunista Pesenti alle Finanze e alla Marina il socialista Domenico Albergo.

La quieta di un pomeriggio di primavera si animò con l’arrivo di innumerevoli autovetture che salivano e scendevano da viale Wagner reso rotabile, ma anche da tanti fotografi americani ed inglesi che vi erano convenuti per immortalare l’avvenimento (CLICCA QUI PER IL VIDEO).

Il generale Puntoni, aiutante di campo di re Vittorio, racconta nel suo diario ‘Parla Vittorio Emanuele III’: “Alle 15,30 giurano i nuovi ministri: Come testimoni siamo presenti io e De Buzzaccarini. Badoglio legge la dichiarazione e il Sovrano legge la sua risposta. A cominciare dal Maresciallo, a uno a uno i nuovi ministri firmano l’atto di giuramento. Sua Maestà scambia qualche parola con Sforza e con Croce. Tutti i ministri sono venuti in abiti normali, Croce ha mantenuto un’aria di distacco e di sussiego. Fuori dalla villa si erano ammassati i fotografi, gli stessi di un tempo, soltanto che al posto della camicia nera avevano un uniforme cachi”.

Il primo Consiglio dei Ministri avviene poi a Salerno il 27 aprile ed è interessante leggere il documento programmatico per capire gli animi di quei tempi: “Il programma del presente governo è nelle ragioni stesse della sua origine e della sua composizione: Formato dai rappresentanti dei partiti antifascisti, non è il governo di questi partiti in virile gara tra loro, ma dell’unione di essi per il bene e l’onore della Patria al fine di portare con tutte le loro forze alla migliore soluzione problemi vitali e urgenti dell’ora”.

Bisogna comunque ricordare che il raggiungimento di questa tregua istituzionale non fu cosa facile. Dopo l’armistizio del Settembre 1943 e l’allontanamento della famiglia reale e del Governo da Roma, durante il congresso di Bari del gennaio 1944 i vari partiti, riunitosi in congresso, avevano deciso di non collaborare con nessun governo, finchè re Vittorio Emanuele III fosse rimasto sul trono. Anzi, si auspicava l’abdicazione in favore del figlio Umberto. Sarà Enrico de Nicola a trovare un soluzione al problema. il 19 Febbraio arriva a Ravello e prospetta al monarca la possibilità della luogotenenza, (il re pur conservando il titolo, avrebbe passato tutti i poteri al figlio come Luogotenente generale del Regno). Una soluzione che suscita l’interesse di re Vittorio e che viene subito accettato dai vari partiti presenti nel Comitato di Liberazione Nazionale.

Ma a sbloccare l’impasse sarà anche l’atteggiamento del governo russo, che già dal mese di marzo riconosceva il governo italiano, avviando relazioni dirette tra i due Paesi. Tutto ciò conferiva allo Stato italiano una personalità di diritto internazionale e, di riflesso, stimolava le potenze occidentali a fare altrettanto; a questo si aggiunse il rientro in Italia di Palmiro Togliatti che propose di posporre il problema istituzionale (allentamento di re Vittorio) e collaborare con il Governo. Forse anche dinnanzi ad un incrinare dell’Italia verso sinistra e sotto l’influenza comunista i governi anglo-americani decisero di intervenire energicamente. Infatti il 10 aprile 1944 i membri del Comitato Alleato di Controllo, composto da Harold McMillan ( futuro primo ministro britannico ) Robert Murphy e il generale McFarlane, impongono al re di ritirarsi a vita privata.

Veniva inoltre fatto capire al sovrano che une decisone rapida era indispensabile perchè in caso contrario i governi alleati avrebbero potuto prendere severe decisioni nei confronti del popolo italiano. Nonostante la sua riottosità, il re cedeva e il 12 aprile pubblicava il suo l’ultimo proclama, con la sua decisione finale e irrevocabile di ritirarsi a vita privata e di nominare suo figlio luogotenente. Nomina che si avrà con la liberazione di Roma, ma che apre la strada alla formazione del nuovo Governo.

* vicepresidente Associazione Culturale “Ravello Nostra”

redazione
http://www.quotidianocostiera.it
spot_imgspot_img

articoli correlati

Costa d’Amalfi, alla Millenium un nuovo mezzo per trasporto disabili. L’acquisto col sostegno di imprenditori locali

Un nuovo mezzo destinato al trasporto dei diversamente abili della Costa d'Amalfi. Dotato di pedana per l’imbarco delle...

“Giornata nazionale prevenzione e mitigazione rischio idrogeologico”: a Roma le esperienze d’intervento in Costiera con Cardine

ROMA -  Si è conclusa per l’azienda salernitana Cardine srl la “Giornata nazionale della prevenzione e mitigazione del...

Amalfi: cinquant’anni fa l’arrivo della venerata reliquia di San Biagio

di ANDREA GALILEO 18 aprile 1974 – 18 aprile 2024. Cinquant'anni di memoria religiosa per la comunità di...

Ravello, cane investito: scatta una gara di solidarietà. Comune attiva iter per assistenza veterinaria a Leonardo

Si chiama Leonardo, è un cane meticcio, di nove mesi, investito da un'auto giovedì scorso presso il valico...