di ANDREA GALILEO
Dopo aver celebrato il Giovedì Santo la Coena Domini, il Venerdì la Passione e morte di Gesù si giunge al vertice di tutto l’anno liturgico, la Veglia Pasquale. Essa è la madre di tutte le veglie, racchiude in sé il senso della Pasqua cioè, il passaggio dalla morte alla vita. Il cristiano non è l’uomo del venerdì santo che perde la speranza di fronte alla morte ma è l’uomo dell’amore che salva e che è vita.

Dopo l’attesa silenziosa del sabato santo, al giungere della notte i fedeli si riuniscono nelle chiese per rivivere e fare memoria dell’evento pasquale.
La liturgia della Veglia si apre con il rito del lucernario: il sacerdote benedice il fuoco nuovo e prepara il cero pasquale con delle incisioni e cinque grani d’incenso. Il sacerdote traccia con uno stilo le aste della croce, l’Alfa, l’Omega e i numeri dell’anno corrente. Dopo aver inciso il cero introduce nel cero cinque grani d’incenso simbolo delle cinque piaghe di Cristo.

Il celebrante entra in chiesa tenendo tra le mani il cero e proclamando per tre volte: “Lumen Christi”, “Cristo luce del mondo”, luce che ha vinto le tenebre del peccato. Al terzo “Lumen Christi” le luci della chiesa si accendono e si prosegue con il Canto del Preconio Pasquale, antico testo che proclama la Resurrezione.

Prosegue la liturgia con l’ascolto della Parola. In questa notte vengono proclamate nove Letture bibliche: sette dall’Antico Testamento, l’epistola di San Paolo e in Vangelo della Resurrezione. Questi testi biblici ci fanno rivivere la storia della Salvezza dalla Genesi, alla liberazione degli Ebrei dalla mano del faraone fino ad arrivare al culmine: la Resurrezione di Gesù.
Ad ogni Lettura segue un Salmo e una preghiera recitata dal sacerdote.
Dopo la proclamazione delle Letture dell’Antico Testamento arriva il momento tanto atteso, il Gloria. L’organo e le campane ritornano a suonare, l’attesa è conclusa, Cristo è veramente Risorto.
Con la lettura dell’epistola a seguire viene cantato il salmo alleluiatico con il quale viene ripreso a cantare nelle celebrazioni l’Alleluia, canto della Vittoria pasquale.
Dopo il Vangelo, segue la liturgia battesimale. Durante la Veglia pasquale si benedice l’acqua che verrà utilzzata per amministrare i battesimi durante il Tempo di Pasqua.
In questo momento i fedeli rinnovano le promesse battesimali, rinunciando a Satana e professando la fede nel Dio Trino ed Unico, Padre, Figlio e Spirito Santo.
In segno di rinnovo, il sacerdote, passa nell’aula della chiesa e asperge i fedeli.

Cristo è Risorto e la liturgia della Veglia si conclude con un la Liturgia Eucaristica, memoriale del sacrificio di Cristo e della sua vittoria sulla morte. Dopo aver camminato con la Parola nella storia della salvezza e dopo aver rinnovato le promesse battesimali, la comunità cristiana si raccoglie intorno all’altare per partecipare al banchetto del Risorto. È la prima Messa della Resurrezione.
La Veglia Pasquale rappresenta la vita del Cristiano, che deve sempre morire al peccato e risorgere a vita nuova.
Lui è la speranza del mondo, speranza certa che vive. Potremmo allora cantare con gioia con Maria Maddalena: si Cristo mia speranza è Risorto.
Foto: Alberto Alfieri