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Addio alla magnifica Gina Lollobrigida. Nel ’53 a Ravello il film con Bogart le aprì le porte di Hollywood

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È morta Gina Lollobrigida. Grande protagonista del cinema italiano, aveva 95 anni. Era nata a Subiaco, in provincia di Roma, il 4 luglio del 1927.

Lo scorso settembre l’attrice, che una generazione ha conosciuto come “la Bersagliera”, era stata dimessa dalla clinica, dopo una caduta in casa che le aveva causato una frattura del femore per cui era stata operata. Già quattro anni fa la Lollo era finita in ospedale proprio per un incidente domestico. In quell’occasione l’attrice fu presa in cura dai sanitari del Sant’Eugenio, ospedale a poca distanza dalla sua villa sull’Appia Antica, e dimessa un paio di giorni dopo. L’incidente al femore è avvenuto a due settimane della tornata elettorale del 25 settembre in cui la Lollobrigida era candidata a Latina al collegio uninominale del Senato, e in altre circoscrizioni nel plurinominale proporzionale, per la lista “Italia sovrana e popolare”, che riunisce Partito comunista, Patria socialista, Azione civile, Ancora Italia e Riconquistare l’Italia.

«Qui ho girato il mio primo film in inglese con Humphrey Bogart, Jennifer Jones e John Huston alla direzione». Nell’aprile del 2018 Gina Lollobrigida era tornata a Ravello, nei luoghi del set del film “Il tesoro dell’Africa” (titolo originale Beat the devil) che nel 1953 le spalancarono le porte di Hollywood. «Un’esperienza formidabile, un film indimenticabile» raccontò nei magici giardini di Villa Cimbrone dove ha trascorso la giornata festiva odierna in totale relax.

Nella “Divina Costiera” la “Divina Lollo” giunse in tarda mattinata dall’alto, a bordo di un elicottero privato atterrato sull’elipista del parco monumentale. Lo spazio su cui esattamente due anni prima si giravano alcune scene del film cult “Wonder Woman” per la regia di Patty Jenkins con Gal Gadot, Chris Pine, Connie Nielsen, Robin Wright e David Thewils.

Accompagnata dal suo assistente Andrea Piazzolla, la diva, il cui nome è annoverato tra le stelle della “Walk of Fame” di Los Angeles, apparve radiosa, elegante e raffinata nel suo tailleur nero con leziosi fiori ricamati sui polsini e sul bavero della giacca, e un foulard che ne riprende la fantasia morbidamente avvolto con i lembi che ricadono sul lato. Una signora d’altri tempi: trucco impeccabile, capelli vaporosi, solo un paio di orecchini a incorniciarle il volto. Il vezzo, il guizzo della diva, lo si nota nell’abbinamento tra gli alti stivali in pelle rossa e la borsa matelassé poggiata in grembo, nella stessa tonalità di colore delle calzature.

La diva si fece piacevolmente guidare alla scoperta dei giardini inglesi fino al belvedere dell’infinito dal direttore della villa, Giorgio Vuilleumier, a bordo della golf car a disposizione degli ospiti più esigenti. L’età avanzata e un leggero infortunio rimediato alla gamba sinistra a causa di una caduta in casa non le consentirono di muoversi agevolmente. Nonostante ciò la “Lollo” si mostrò entusiasta, apprezzando la bellezza dei luoghi che – per sua stessa ammissione – quasi non ricordava più.

Sul balcone tra i più belli al mondo – dove cielo e mare si disputano l’orizzonte – la diva fu riconosciuta da alcuni turisti francesi che chiesero di posare in foto. E lei, con la sua eleganza intramontabile, non si sottrasse alle richieste. Simbolo indiscusso della bellezza made in Italy nell’eterna contesa con la “rivale” Sophia Loren, Gina Lollobrigida è stata la rappresentazione perfetta della bellezza degli anni Cinquanta: seno generoso, vita strettissima, fianchi morbidi, una statua a clessidra polposa e conturbante. In più un viso meraviglioso, cesellato d’alabastro, con gli occhi giganti e il naso che sembra scolpito nel marmo. È stato quindi naturale associare Gina Lollobrigida ai capolavori dell’arte, è l’essenza stessa del bello.

È stata la quattordicesima italiana ad essere sulla “passeggiata delle celebrità”, il leggendario marciapiede che si estende tra l’Hollywood Boulevard e la Vine Street. Sbarcò in America nel 1953 proprio grazie a Il tesoro dell’Africa al fianco di Humphrey Bogart, girato in parte a Ravello, tra Piazza Vescovado, l’antico Palazzo Confalone e la stessa Villa Cimbrone, e in altri angoli suggestivi della Costiera Amalfitana.

La pellicola, basata sul romanzo omonimo del critico britannico Claud Cockburn, non ebbe successo istantaneo al botteghino ma divenne un cult minore e fu inserita nella lista dei migliori dieci film del 1953. Huston scrisse affettuosamente nelle sue memorie quanto tutti si divertirono girando il film, includendo i tornei di poker organizzati da Bogart tra l’ex hotel Palumbo – oggi Palazzo Avino – e il ristorante di Cumpà Cosimo che mise a disposizione il suo asinello per gli spostamenti degli attori da un set all’altro.

Gina Lollobrigida, invece, amava la quiete del belvedere e dei giardini dell’hotel Caruso dove più volte si fece immortalare. «E’ stato un film che mi ha portato fortuna ed è stata una gioia ritornare qui in questa giornata meravigliosa» confidò l’attrice nell’occasione dopo la colazione al ristorante Il Flauto di Pan.

Una visita fugace la sua, spinta dalla necessità di riavvolgere, soltanto per qualche ora, il nastro dei ricordi, quelli di una carriera straordinaria che proprio da questo luogo incantato diventò leggenda.

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