Nella notte scorsa, all’età di 93 anni, è venuto a mancare l’ingegnere Guido Fulchignoni. Nato a Napoli e trasferitosi poi a Milano trovò in Ravello il suo rifugio artistico, culturale e umano a partire dagli anni ‘80. In Ravello assieme alla moglie Giovanna Coppola diede vita a varie opere, quali il libro “Ravello – Le cento chiese – itinerari di storia arte e fede” e la raccolta di disegni sui lavori del maestro Francesco Amato (Mastro Ciccio) “Il Fuoco e la Luce”, le cui tavole restano esposte nelle sale della chiesa di San Francesco. Legò per sempre il suo nome alla “Bellissima”.


Allo stesso tempo diventò conosciuto e stimato da tutti in paese e amava trascorrere qualche mese all’anno all’ombra del “suo” limone.

Come da suo desiderio le sue spoglie riposeranno a Ravello, nel cimitero comunale, assieme alla sua amata Giovanna.
Le cento chiese
Una paziente ricerca, estesa anche nelle più nascoste vallette del promontorio, ha dato il risultato di raccogliere testimonianze di insediamenti religiosi in numero ben superiore a quello delle già numerose chiese visibili di Ravello: sono stati scoperti nascosti gioielli di fede, a stento mantenuti alla devozione dagli abitanti del luogo; a volte semplici ambienti di antico culto cristiano trasformati in deposito o magazzino e abbandonati all’usura del tempo; a volte grigi e ignorati ruderi sommersi dalla vegetazione incombente, ricordi di una passata vitalità.
Ebbene, sommando quella decina di chiese, ora abbandonate e fatiscenti, trovate nell’esplorazione delle strade e dei viottoli scoscesi, dalle balze del Toro ai nascosti insediamenti di Marmorata sino agli impervi sentieri sotto San Cosma, a quelle esistenti e note, e altresì aggiungendo il gran numero di chiese o cappelle risultanti dalle memorie documentarie, si perviene alla conferma che più di dieci furono esse, sparse dovunque sul territorio.
Ogni grande famiglia e anche ogni piccola comunità vollero il loro spazio religioso. La maggioranza di essi oggi non esiste più, cancellati dal tempo e dall’incuria. Molti sono ruderi abbandonati, alcuni meritevoli di restauro. Alcune chiese sono state trasformate. Altre, e tuttavia non poche, continuano ad offrire a Ravello la loro testimonianza di fede e a circondarla di un’aura di millenaria bellezza.