È rimasta per anni sconosciuta alle cronache locali la storia di Alfonso Ruggiero, il giovane carabiniere di Maiori vittima di un attentato nella notte tra il 13 e il 14 maggio del 1949 nel comune di Larciano, in provincia di Pistoia. La sua morte suscitò molto clamore e tanta commozione.


Nato a Maiori il 22 luglio del 1927, Ruggiero prestava servizio alla stazione dei carabinieri di Larciano dove ancora oggi, dopo 75 anni, se ne ricorda quel terribile fatto di cronaca: la morte di un ragazzo sopraggiunta mentre adempiva il suo dovere, per mano di un criminale.
Tutto nacque da due lettere minatorie, che ricevettero i due coniugi, che abitavano nella frazione di Cecina, in cui veniva richiesto di consegnare una somma di denaro dietro forti minacce. Un chiaro tentativo di estorsione. La coppia si rivolse ai carabinieri di Larciano. Il comandante era il maresciallo maggiore Pasquale Donati. Insieme ai coniugi fu deciso di organizzare un piano teso alla cattura dei malviventi. L’uomo, ricattato dalla lettera minatoria avrebbe fatto ciò che gli era stato richiesto, ma con lo stratagemma di lasciare nel punto indicato in luogo della somma di denaro, un pacchetto di banconote ricavate da ritagli di giornali, fasciate da due autentiche banconote da mille lire, delle quali sarebbero state preventivamente annotate le serie numeriche. Arrivò il giorno prescelto. Era il 13 maggio del 1949. Erano le dieci di sera e i carabinieri si erano appostati da un po’ in alcuni punti strategici individuati nel sopralluogo del giorno prima. Il maresciallo Donati e il carabiniere Ruggiero formavano una pattuglia e il maresciallo capo Eliseo Scuteri e il carabiniere Salvatore Pochinu Carta ne costituivano una seconda. I due sott’ufficiali erano armati di pistola, mentre i due carabinieri anche di arma lunga. Tutti avevano con sé anche due bombe a mano. Poco dopo la mezzanotte il maresciallo Donati e il carabiniere Ruggiero udirono un fruscìo di passi per strada e scorgevano nel buio due sagome di due individui che si avvicinavano al rifugio che in sostanza era costituito da due nicchie scavate in una costa di terra argillosa. A un tratto uno dei due individui accese una lampadina tascabile; con fare circospetto, si avvicinò al punto in cui erano stati lasciati i soldi e, prelevato il pacchetto, entrambi si allontanarono con rapidità. Il maresciallo Donati e il carabiniere Ruggiero avevano osservato tutta la scena e avevano deciso di palesarsi per procedere al fermo dei due. Era la parte più rischiosa dell’operazione. Fu allora che i militari balzarono dal nascondiglio e, con voce ferma e tonante, intimarono “Mani in alto” ed esplosero colpi di pistola in aria per dare maggiore forza all’intimazione e sorprendere i malfattori, ma pure per dare così un segnale per intervenire all’altra pattuglia appiattata ad alcune decine di metri. I due però, spenta la loro lampadina tascabile, esplosero diversi colpi di arma da fuoco all’indirizzo dei due uomini dell’Arma per poi dileguarsi. Dopo il silenzio delle armi il maresciallo Donati si accorse di essere rimasto lievemente ferito, ma con sgomento, si rese conto che il carabiniere Ruggiero era riverso a terra, morto, perché colpito all’occhio destro. Erano le ore 2.20 del 14 maggio.

Le successive indagini, condotte e dirette dal capitano della caserma di Montecatini Manlio Donati, porta- rono all’arresto dei malviventi sia della commozione che la morte del giovane carabiniere suscitò nell’opinione pubblica all’epoca. Grazie a una massiccia operazione delle forze dell’ordine, i due delinquenti furono arrestati la mattina successiva all’omicidio e il giorno 11 luglio 1952 vennero condannati dal Tribunale di Firenze all’ergastolo. Per Alfonso Ruggiero furono organizzati due funerali solenni. Uno a Larciano, al quale partecipò tantissima gente. Fu un autentico abbraccio che la comunità del centro toscano volle riservare al giovane carabiniere. Alla fine della funzione il feretro di Ruggiero, accompagnato dai congiunti, fu portato a Maiori dove fu organizzato un altro funerale solenne. Ci sono fotografie che testimoniano la partecipazione di tante persone. Poi gli fu data degna sepoltura presso il cimitero costiero dove oggi l’amministrazione comunale ha deposto un fascio di fiori. Qualche mese dopo il 28 agosto del 1949, a Larciano, sul posto dove fu ucciso Ruggiero, fu fatto erigere un cippo in suo ricordo. Fu una cerimonia importante, con l’intervento di illustri ospiti e tanti cittadini.


IL RICORDO
Sabato prossimo, 18 maggio, a Larciano si svolgerà una manifestazione in ricordo del giovane carabiniere nel 75esimo anniversario dell’uccisione. Saranno presenti autorità militari, politiche e anche una delegazione dell’amministrazione comunale di Maiori con la famiglia Ruggiero – D’Amato. Prima tappa sarà la visita del cippo commemorativo, ubicato in via Fonda, dove sarà ricordata la figura di Ruggiero e poi l’iniziativa si sposterà a Monsummano Terme, dove con una cerimonia ufficiale, si intitolerà la sezione dell’Associazione Nazionale Carabinieri locale alla memoria del carabiniere Alfonso Ruggiero.


Perché la storia di Alfonso Ruggiero non sia dimenticata, ma ancora raccontata affinchè la sua memoria venga sempre tenuta viva.