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Amalfi, emergenza abitativa: «Io, malato e senza casa ho chiesto aiuto. Da istituzioni silenzio assordante»

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Andrea Parlatore è un cittadino amalfitano di 77 anni ex operatore portuale. E’ alla ricerca di un alloggio nella Amalfi in cui è impossibile, per un residente, trovare una locazione.

Stando a quanto afferma nella lettera che ha inviato alla nostra redazione è malato e ha chiesto più volte aiuto ai rappresentanti delle istituzioni locali senza ricevere risposte.

Il fenomeno dell’emergenza abitativa in Costiera Amalfitana non risparmia nessuno: l’aumento della rendita immobiliare sta letteralmente svuotando i piccoli centri della “Divina” dalla popolazione stanziale, essendo disponibili lì solo affitti turistici costosi e solo per periodi brevissimi.

Il mercato degli affitti turistici influenza ormai ogni aspetto del territorio: la percentuale di locali commerciali, bar e ristoranti risulta sproporzionata, ormai in deroga a standard urbanistici che un tempo si consideravano desiderabili per il vivere civile e gli assembramenti di visitatori risultano sempre più sproporzionati alla dimensione degli spazi urbani, tanto che ci si chiede se addirittura non si debba limitarne l’accesso o richiedere una tassa di visita per poter garantire le necessarie misure di sicurezza e di igiene. Con queste modalità il turismo sostenibile si autodistrugge, così come la fonte stessa della sua attrattiva: natura ed ambienti integri, paesi con identità autentiche, mestieri, usi e costumi originari.

Se non si riesce ad ingranare una manovra in controtendenza si rischia di precipitare oltre la linea di non ritorno verso l’ultima fase, quella in cui si accetta la completa scomparsa della comunità ospitante, a cui si sostituisce un turismo artificiale, come un parco divertimento.

Oggi Il Quotidiano della Costiera dà voce ad Andrea, a rappresentar ei tanti cittadini della Costiera che subiscono questo fenomeno e che sono costretti a lasciarla, per lasciare il posto al turismo artificiale.

Segue lettera integrale a firma di Andrea Parlatore.

Mi chiamo Andrea Parlatore e sono cittadino amalfitano, tuttora domiciliato presso la casa comunale e senza un tetto sotto cui poter dimorare stabilmente.

Ho sempre lavorato, a partire dalla tenera età di otto anni (quando andavo ancora a scuola) fino al raggiungimento dei settantasette anni, quando ho dismesso un’attività di trasporto marittimo passeggeri esercitata per circa quarant’anni.

Ho cresciuto sette figli senza chiedere mai nulla a chicchessia.

Da qualche anno, dopo aver dismesso la mia attività, sto vivendo una situazione di disagio e di assoluta indigenza.

Le mie condizioni di salute sono precarie, in quanto soffro di seri problemi renali.

Ho a disposizione una pensione minima che mi consente, a stento, di sopravvivere.

Con questo mio sfogo, però, vorrei denunciare pubblicamente l’assenza di qualsivoglia apporto assistenziale da parte delle locali istituzioni.

Da tempo, infatti, mi sono rivolto ai rappresentanti del Comune di Amalfi per avere un alloggio, anche a costo di pagare un canone modesto, ma nessuno è stato in grado di aiutarmi.

Ed anzi, nei miei confronti è stato sempre serbato il silenzio più assordante.

Queste problematiche riguardavano anche le precarie condizioni di salute di mia moglie, sig.ra Jaqueline Swatton.

Ebbene, pochi giorni fa mia moglie è deceduta.

Volevo, quindi, ringraziare ancora una volta le istituzioni locali per (non) avermi ascoltato.

Nemmeno la soddisfazione di poter vedere morire mia moglie sotto un tetto comune.

La circostanza è, a mio avviso, molto grave, visto che è sotto gli occhi di tutti come, in altri casi, è stato concesso — direttamente o indirettamente, magari anche in modo silente — che altri soggetti indigenti occupassero (come tuttora ancora occupano) immobili o porzioni di immobili pubblici in modo del tutto gratuito.

Ritengo scandaloso che il sottoscritto, sempre a causa del menefreghismo delle istituzioni, non sia in grado di trascorrere il resto della propria vita con la moglie («finché morte non vi separi…»).

Voglio denunciare a chiare lettere l’assoluta strafottenza delle istituzioni che, oltre a non mostrare alcun tipo di interesse nei confronti degli indigenti, continuano a fare gravi discriminazioni, tutelando solo le persone cd. “elette” o coloro che rappresentano fonte di guadagno e/o interesse.

Inoltre, voglio anche denunciare che, sempre a causa della mancanza di qualsiasi controllo sulla proliferazione di attività (spesso abusive) di b&b, nonché di altre situazioni di promiscuità illegale (gestita con pagamenti in nero), ad oggi risulta assolutamente impossibile trovare una casa o un alloggio in affitto per gli abitanti costieri come il sottoscritto.  

Infine, devo purtroppo constatare che, in questa nazione, i cittadini italiani indigenti e bisognosi rappresentano davvero l’ultima ruota del carro, in quanto collocati in posizione più svantaggiosa addirittura rispetto ai clandestini stessi che, come è risaputo, vengono comunque accolto ed assistiti dallo stato.

Sembra ormai lecito, in definitiva, che i senzatetto possano tranquillamente morire prima del tempo!

Sarebbe, però, preferibile morire con un tetto in testa e al fianco delle persone care. Scusate se è poco.

                                                       

  Andrea Parlatore

redazione
http://www.quotidianocostiera.it
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