Ho sempre pensato che esistano due tipi di insegnanti: alcuni che entrano in classe e fanno lezione, altri che entrano in silenzio e, giorno dopo giorno, ti insegnano molto di più. A ragionare, ad ascoltare, a rispettare, a diventare grandi. Questi insegnanti restano nella memoria, nel carattere, nel modo in cui impariamo a stare al mondo.
Ecco, la professoressa Maria Gagliano è una di quelle figure rare che, dopo anni di servizio alla comunità scolastica, deve separarsi dalla stessa per “sopraggiunti limiti di età”.

Ha rappresentato per generazioni un punto fermo, una guida sicura in un percorso scolastico non sempre semplice. Ci ha accolti il primo giorno di scuola, quando eravamo ancora poco più che bambini, e ci ha accompagnati fino all’ultimo giorno, senza mai farci mancare la sua presenza, la sua attenzione, il suo sguardo vigile.
Abbiamo conosciuto i grandi autori della letteratura italiana, affrontato interrogazioni temute, trascorso ore intense di studio e riflessione. Ma ciò che resterà più a lungo dentro di noi non sono i versi di Dante – suo poeta preferito – ma il modo in cui ci guardava sempre con fiducia, il suo impegno nel farci crescere non solo didatticamente, ma anche come persone.
Ci ha aiutati a credere in noi stessi, quando per primi dubitavamo delle nostre doti.

Non ricordo episodi in cui serviva alzare la voce per farsi rispettare. Bastava coerenza, dedizione e autorevolezza, un’abilità che già possedeva di natura.
Nei momenti di difficoltà non ha mai esitato a schierarsi dalla parte degli studenti, a difenderci, sostenerci, indicarci la retta via. Non si è mai fermata alle apparenze, ci ha conosciuti davvero.

Cara prof, la gratitudine supera la malinconia della circostanza perché abbiamo avuto il privilegio di essere suoi alunni.
Sappia che ha rappresentato con onere e onore il senso più pieno e autentico del termine “scuola”. E questo, più di ogni programma svolto, sarà ciò che porteremo con noi.
Buona vita.
Raffaele Vincenzo Giorgio