di EMILIANO AMATO
Il mare di Amalfi lo aveva accolto per dodici anni, sulla spiaggia di Marina Grande, dove con il suo sorriso e le sue mani instancabili era diventato parte di una comunità che oggi lo piange come un figlio. Ma quando la guerra ha minacciato sua patria, l’Ucraina, Yura Liabuc non ha esitato: ha lasciato la sua seconda casa, la sua famiglia italiana d’adozione e il lavoro quotidiano per tornare a casa e difendere le sue radici, il sangue, la terra che lo aveva visto nascere. A 38 anni, Yura è caduto sotto i colpi del nemico russo, forse di un drone.

Ad Amalfi la notizia ha scosso la comunità e gli ex colleghi di lavoro. “Per mio fratello Enzo era come un vero fratello – racconta commosso Gianpaolo Esposito, titolare dello stabilimento e ristorante Marina Grande – lo chiamava spesso, lo pregava di tornare a casa dai suoi bambini. Ma Yura rispondeva che non poteva abbandonare i suoi compagni al fronte”.
Non era solo il responsabile della spiaggia: era un uomo capace di tutto, dalla manutenzione alla cura dei dettagli, un lavoratore instancabile e generoso che sapeva farsi voler bene. Lo testimonia la miriade di messaggi di cordoglio che si susseguono sulle bacheche social di quanti, in queste ore, ne stanno rilanciando l’annuncio della morte.
Il suo sacrificio si intreccia con quello del fratello, caduto prima di lui nella stessa guerra assurda. Yura aveva ricevuto encomi per il suo coraggio, eppure rimaneva umile, consapevole che la vera battaglia era quella interiore: resistere per i propri figli, combattere per una patria libera.
Lascia la moglie e due bambini piccoli che non potranno più abbracciarlo. A loro resta il peso di un dolore immenso ma anche l’eredità luminosa di un padre che ha scelto di dare tutto per la libertà. “Che il Signore Gesù Cristo doni loro la forza di andare avanti – scrive ancora Esposito – resterai sempre nei nostri cuori, caro Yura”.
Stasera ad Amalfi ogni onda che si infrange sulla scogliera e invade la spiaggia deserta sembra oggi portare l’eco della voce di Yura, il ricordo di un uomo che ha saputo vivere con dignità e morire con coraggio.


