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“Appuntamento in Giardino” a Villa Rufolo: antiche tecniche dei muretti a secco celebrate dalla musica

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Nello scorso fine settimana la Fondazione Ravello ha partecipato all’iniziativa “Appuntamento in Giardino” promossa dall’APGI (Associazione Parchi e Giardini d’Italia) e che ha interessato i giardini italiani. La manifestazione, patrocinata dal Ministero della Cultura e dall’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), si è svolta in contemporanea in oltre 20 Paesi europei.

In linea col tema dell’edizione 2025 ”Giardini di pietra, pietre del giardino”, sabato 7 giugno a Villa Rufolo è stata organizzata una “Giornata-laboratorio” sui muretti a secco in Costiera amalfitana, patrimonio immateriale UNESCO.

La parte storico-teorica è stata affidata ai responsabili scientifici del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Federico II di Napoli, la professoressa e architetto Emma Buondonno, all’architetto Rossella Russo e all’ingegnere Giuseppe Trinchese. Ne è seguita una dimostrazione pratica delle tecniche di costruzione a cura di Benito D’Amato, “mastro” della ditta edile Ferrigno Michele & C., che da anni opera all’interno del complesso monumentale di Villa Rufolo.

«I muri a secco sono “un’opera viva” perché reversibile – ha sottolineato la prof.ssa Buondonno al pubblico – Non consuma suolo ma crea suolo perché amplia la superficie coltivabile e diventa essa stessa parte di un ecosistema a differenza del cemento armato, che al contrario consuma terreno. Quello che possiamo fare è aiutare le nuove generazioni a imparare e tramandare questo sapere». L’ingegnere Trinchese ha invece ripercorso la storia di questa tecnica millenaria marcando le etimologie dei temini più frequenti.

Il programma della due giorni si è chiuso domenica pomeriggio con l’applauditissimo concerto del duo violino e pianoforte composto da Annastella Gibboni e Fabio Silvestro che nel loro viaggio in Europa tra Classicismo e Romanticismo hanno eseguito dopo la Sonata per violino e pianoforte op. 24 “La Primavera” di Beethoven, la Fantasia su motivi della Traviata di Bazzini e l’Andante op.75 di Fauré per chiudere con parte del Gipsy Airs di de Sarasate. Nel bis fortemente voluto dal pubblico La ridda dei folletti sempre di Bazzini.

redazione
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