Ad Atrani si è perfezionata lo scorso 9 agosto una procedura di sfratto esecutivo per morosità, con il rilascio del locale, tornato regolarmente nelle disponibilità del proprietario. Lo conferma il verbale redatto dall’ufficiale giudiziario il quale, in esecuzione alla sentenza di primo grado del Tribunale di Salerno, ha concesso alla società intimata un termine di 40 giorni per l’asportazione dei beni mobili rinvenuti all’interno dell’ambiente da 14 metri quadrati, categoria C1, adibito a laboratorio di un bar della piazzetta.
Stamani il proprietario dell’immobile ha inteso procedere autonomamente, ad horas, all’asportazione degli elementi, senza considerare il termine concesso.
L’ex locatario ha quindi sollecitato l’intervento delle forze dell’ordine al solo fine di far accertare e documentare quanto stava avvenendo. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia Locale.
Contrariamente a quanto riportato sul web, non si sarebbe verificato alcuno screzio tra le parti.
Il locale è stato comunque liberato da tutti i beni che sono stati trasferiti, mediante un’impresa di traslochi, presso un deposito di Mercato San Severino a spese del proprietario del locale.
Pende, in ogni caso, il ricorso in appello presentato dall’ex affittuario.
L’invito ai lettori è quello di prendere a riferimento testate giornalistiche regolarmente registrate al tribunale con un direttore responsabile, non blog di natura commerciale che mescolano notizie di cronaca con pubbliredazionali per meri scopi promozionali. Quella del giornalista è una professione di grande responsabilità.
Il Quotidiano della Costiera consulta fonti qualificate, non “radio marciapiede”, nel rispetto dei codici deontologici della professione, secondo cui “è diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà di informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede” (legge su “Ordinamento della professione giornalistica del 3 febbraio 1963 n. 69”).