Si è concluso alle 9,30 lo sciopero degli ombrelloni. Anche in Costiera Amalfitana apertura posticipata di due per protestare contro la mancata iniziativa del Governo sulle concessioni balneari. A Maiori, la spiaggia più ampia della Costiera, la “protesta” più evidente. Ma la protesta degli stabilimenti balneari ha spaccato la categoria. Una parte dei concessionari ha deciso di continuare a incalzare il governo e aderendo all’iniziativa organizzata da Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti. Altre sigle come Assobalneari, Federbalneari, Cna e La Base Balneare con Donnedamare si sono sfilate, ribadendo che la strada maestra è far digerire alla Commissione Ue la famosa mappatura del tavolo di Palazzo Chigi.
La linea Ue
La questione, tuttavia, è ancora estremamente complessa. Secondo la linea del governo, nonostante le sentenze del Consiglio di Stato, le attuali concessioni sono da considerarsi valide fino al 31 dicembre 2024 con la facoltà dei Comuni di rinviare fino al 31 dicembre 2025 in presenza di contenziosi o altre «ragioni oggettive» che impediscono di procedere con i bandi.
Le opzioni del governo
Mercoledì fonti di Palazzo Chigi hanno fatto trapelare che un provvedimento di riordino potrebbe arrivare in uno dei prossimi consigli dei ministri, dopo la pausa di metà agosto, verosimilmente nell’ambito del decreto legge Salva-infrazioni. Ma, secondo quanto ricostruito dal Sole 24 Ore, solo se ci sarà una preventiva informale apertura della Ue alla bozza già elaborata si procederà in Cdm, anche memori dei rilievi alle proroghe formalizzati dal presidente della Repubblica nella stessa lettera con cui stigmatizzò l’allungamento delle concessioni del commercio ambulante contenute nel Ddl concorrenza 2022.
Le proroghe
Il punto è che la bozza frutto del confronto tra le forze di maggioranza, andato avanti negli ultimi mesi non senza asperità, sembra vere elementi non proprio tranquillizzanti nell’ottica di Bruxelles. L’impegno a ripristinare un sistema di gare, infatti, non sarebbe assoluto ma vincolato alla tesi che quantomeno in alcune aree non c’è sussistenza della “scarsità della risorsa naturale”. E proprio in queste aree il governo chiederebbe nuove proroghe che, nei casi estremi, nelle regioni dove la percentuale di occupazione della costa con concessioni in corso è inferiore al 25%, arriverebbero fino al 2030. Dove è attestata invece l’esiguità di spiagge libere da assegnare a potenziali nuovi investitori, le gare sarebbero accelerate con un robusto sistema prelazione e di indennizzi per gli uscenti.
«Abbiamo dedicato anni e passione a questo settore – ci dice Vincenzo D’Auria dello stabilimento Reginna Major di Maiori – con attività come la nostra che vengono da una lunga tradizione familiare ospitando annualmente affezionati clienti rimasti sempre legati alla Costiera anche grazie al senso dell’ospitalità, al garbo e alla professionalità di imprenditori lungimiranti che hanno sempre tenuto conto delle esigenze dei residenti concittadini. Ora si rischia di perdere tutto e di disperdere questo patrimonio identitario e d’esperienza».
Oltre al danno si profila anche la beffa.
«Sì, perché adesso il timore è che possa intervenire qualche grande società oppure imprenditori di aree limitrofe e questo potrebbe rivelarsi non certo un vantaggio per tutta la comunità. Il cittadino residente non sarà certo tutelato» aggiunge D’Auria.
Si fanno sempre più fitte, infatti, le voci di interessamenti degli alberghi di lusso della Costiera ad aggiudicarsi un pezzo di spiaggia da riservare a uso esclusivo ai propri clienti. La più appetita è la spiaggia di Amalfi, segue Positano, poi Maiori.