di ALFONSO MINUTOLO*
in occasione della Santa Pasqua, vorrei condividere alcune riflessioni su un tema che, in questo periodo storico così cupo, assume un’importanza ancora più profonda: la pace.
Come cristiani, celebriamo la Resurrezione di Cristo come simbolo di speranza e di rinascita. Ma quest’anno, la gioia della Pasqua è offuscata dalle ombre della guerra e dalle tensioni crescenti a livello internazionale.
Proprio di recente, il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha rilasciato dichiarazioni allarmanti, invitando i cittadini europei a prepararsi alla guerra. Parole che suonano come un macigno sulla coscienza di tutti noi, che aneliamo a un futuro di pace e di serenità.
Aveva iniziato il discorso Emanuel Macron, dichiarando che per la Francia non sarebbe stato più un tabù l’invio di soldati sul fronte russo. In un’intervista ad una rete televisiva francese, il giornalista ha chiesto al Presidente se poteva escludere l’invio di militari francesi in Ucraina, per tutta risposta, Macron ha replicato: “Lei può escludere che alla fine di quest’intervista si alzerà per andarsene?”
Come la guerra può essere banalizzata in questo modo dico io?
A completamento del quadro, è arrivata Ursula Von Der Leyen, secondo la quale l’Europa deve iniziare a produrre armi così come ha fatto con i vaccini. Fossi stato presente quando lo ha detto, le avrei chiesto quando e come l’Europa ha prodotto i vaccini.
La guerra è una follia, un abominio che genera solo dolore e sofferenza. È inaccettabile che, nel XXI secolo, si debba ancora parlare di armi e di conflitti armati come strumento per risolvere le controversie.
Le dichiarazioni di Michel, di Macron e della Von Der Leyen oltre che folli, sono pericolose. Alimentano una spirale di tensione e di militarizzazione che rischia di sfociare in un conflitto che può significare soltanto la distruzione totale.
In questa Pasqua 2024, il messaggio non può essere altro che un appello accorato alla pace. Dobbiamo ripudiare la guerra in ogni sua forma e lavorare per costruire un futuro di dialogo e di confronto.
Alle parole di Ursula Von Der Leyen bisogna opporre quelle di Papa Francesco, secondo il quale le guerre avvengono per alimentare il business delle armi. Secondo il Pontefice, la produzione ed il commercio delle armi è immorale, io mi sento di condividere fortemente questa autorevole voce che cerca di elevarsi, in mezzo ad un delirio collettivo bellicista che proviene da ogni dove.
Come cittadini, come cristiani, come esseri umani, abbiamo il dovere di alzare la voce contro la follia della guerra e di impegnarci per la pace.
Solo attraverso il dialogo e la diplomazia possiamo trovare soluzioni ai problemi che affliggono il nostro mondo. Solo con la cooperazione possiamo costruire un futuro migliore per tutti.
In questa Pasqua, uniamoci nella preghiera per la pace e impegniamoci concretamente per un mondo senza guerre. Da cristiani utilizziamo ogni mezzo a nostra disposizione per parlare di pace e dire no alla guerra.
*Attivista politico