“Comme Barbarea accussì Natalea” è un antico detto popolare napoletano che letteralmente significa: “le condizioni meteorologiche del giorno di Santa Barbara, il 4 dicembre, saranno le stesse del giorno di Natale”.
Il 25 dicembre cade esattamente fra tre settimane e quindi, stando alla tradizione e alla giornata mite e soleggiata di oggi, il prossimo Natale si prospetta comunque climaticamente gradevole.
Santa Barbara, compatrona di Ravello, è nata nel 273 d.C. a Nicomedia (come San Pantaleone), antica città dell’Anatolia, da una nobile famiglia che professava il paganesimo, dopo aver abbracciato la fede cristiana, fu sottoposta a vari supplizi fino a quando fu condannata a morte e decapitata per mano del suo stesso padre, Dioscoro, stretto collaboratore dell’Imperatore. La storia narra che dopo l’esecuzione l’uomo, mentre percorreva la strada verso casa, fu colpito da un fulmine e morì, punito da Dio. Per questo motivo Santa Barbara protegge dai fulmini e dalla morte improvvisa.
Questo modo di dire, tuttavia, si può trovare in un’altra versione, tipica della zona del salernitano – “comme Catarinea accussì Natalea” – che fa riferimento al 25 novembre, giorno in cui la Chiesa festeggia Santa Caterina d’Alessandria.
A volte, i due proverbi vengono uniti nella variante “comme Catarinea accussì Barbarea e accussì Natalea”, questo perché le due sante, oltre ad avere nelle rispettive vite diversi punti in comune, sono entrambe il simbolo della fede che si oppone anche al potere imperiale.
Come Santa Barbara, infatti, anche Santa Caterina proveniva da una nobile famiglia – si dice che addirittura fosse figlia di un Re – e anche lei, dopo aver rifiutato l’ordine dell’Imperatore di convertirsi al paganesimo, subì la decapitazione nel 305 d.C., un anno prima del martirio di Santa Barbara.