Si accende il dibattito politico a Minori dopo il Consiglio Comunale urgente di ieri, 3 luglio, dove è stato discusso e votato il Sub Intervento B del Programma Integrato per la messa in sicurezza dell’abitato. Un progetto presentato come «via di fuga» per emergenze idrogeologiche, ma che secondo una parte del Consiglio, l’opposizione, nasconde ben altre finalità.
Il gruppo di opposizione, “Le Formichelle – Un’altra prospettiva” ha espresso voto contrario, contestando la natura stessa dell’opera. La strada in questione, spiegano i consiglieri contrari, era già prevista nel Piano Urbanistico Comunale con obiettivi completamente diversi: decongestionare il traffico del Corso Vittorio Emanuele e realizzare parcheggi pubblici e box per i residenti.
«Oggi queste funzioni spariscono», si legge nella dichiarazione di voto. «Quella che era una bretella urbana diventa improvvisamente un’opera di protezione civile, ma gli studi idrogeologici indicano ben altro: servono sistemi di preallerta, piani aggiornati di emergenza e manutenzione del territorio, non una strada che andrebbe chiusa proprio nei casi di allerta meteo».

L’opposizione solleva un dubbio chiave: come può essere definita «via di fuga» una strada che resta chiusa proprio nei momenti di emergenza? Una contraddizione, spiegano, che rischia di illudere i cittadini, facendo passare per soluzione di protezione civile un progetto nato con tutt’altro scopo e bocciato in passato sotto altre forme.
A pesare sulla decisione del voto contrario ci sono anche altri aspetti, come il costo elevato dell’opera, le criticità ambientali e paesaggistiche, e l’assenza di un piano complessivo che integri mobilità e sicurezza. La zona interessata, ricordano i consiglieri, è infatti fragile dal punto di vista morfologico e paesaggistico.
I consiglieri precisano che avrebbero votato favorevolmente al Sub Intervento A, inserito nella stessa delibera. Questo intervento riguarda la riqualificazione del Corso Vittorio Emanuele e dell’ex alveo del Reghinna Minor, considerato urgente, concreto e non soggetto a varianti del PUT (Piano Urbanistico Territoriale).
«La sicurezza non può essere usata come pretesto per rilanciare progetti incoerenti», concludono i consiglieri, che chiedono trasparenza nelle motivazioni e una visione d’insieme che tenga conto davvero del rischio idrogeologico e della tutela del territorio.
Infine, l’appello alla cittadinanza. «Non ascoltate chi dirà che non vogliamo il bene del paese. Chiediamo solo che si rispettino le vere esigenze di sicurezza e non si confondano scelte politiche con presunte prescrizioni tecniche».
Raffaele Vincenzo Giorgio