“Suonerò per voi il Requiem del compositore Igor Loboda e lo dedico alle infinite sofferenze del popolo ucraino”. Gidon Kremer, autentica leggenda vivente del violino al suo debutto ieri sera sul Belvedere di Villa Rufolo, ha chiesto un microfono per annunciare l’esecuzione personale fuori programma. Al termine della magistrale esecuzione del Concerto per violino e orchestra di Robert Schumann, trascritto dall’originale Concerto per violoncello op.129, il celebre musicista lettone ha eseguito il brano, commovente e straziante, sul palco accarezzato dal vento.
Il concerto ha avuto, come da tradizione della Slovenian Philharmonic Orchestra, un prologo con una delle pagine più conosciute della tradizione slovena: l’Adagio di Anton Lajovic e il gran finale con la Quinta Sinfonia di Cajkovskij.
L’intesa tra l’orchestra e la bacchetta di Christoph Eschenbach non è mai in discussione: il Maestro, con la solita compostezza ha guidato la Filarmonica slovena in una prova maiuscola per qualità di suono e raffinatezza di gusto interpretativo nonostante il vento a tratti insistente.
Ad ascoltare, in religioso silenzio l’esecuzione del Requiem di Igor Loboda anche il direttore d’orchestra Christoph Eschenbach, sceso dal palco per lasciare la ribalta al grido di pace del violino di Kremer.