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De Luca: «Concorro con Trump per il papato». La dichiarazione alla presentazione del Ravello Festival

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Con la solita ironia tagliente e lo stile inconfondibile che lo ha reso uno dei protagonisti più discussi della politica italiana, Vincenzo De Luca, governatore uscente della Campania, torna al centro del dibattito sul futuro della Regione.

Intervenuto a margine della conferenza stampa di presentazione del Ravello Festival, il presidente uscente non ha rinunciato a commenti caustici e riflessioni di fondo, tra politica regionale, dinamiche nazionali e scenari futuri.

Alla domanda sul perché si candidi solo come capolista, De Luca ha risposto con una battuta delle sue: «intanto sono in concorrenza con Trump per il papato, poi verifichiamo se è possibile candidarsi come capolista».

Una risposta che fa sorridere, ma che cela il nodo più rilevante: dopo la recente sentenza della Corte Costituzionale, De Luca non potrà ricandidarsi per un terzo mandato da governatore.

«Stiamo aspettando la motivazione della sentenza dell’altissima Corte. Quello che è certo è che nel futuro si completerà il programma di questo governo regionale», ha aggiunto, lasciando intendere la volontà di mantenere un ruolo attivo nella costruzione del futuro politico della Campania.

Alla domanda, mentre lasciava la sala, se avesse già in mente un nome da proporre come prossimo governatore, ha risposto con un sorriso e un’ulteriore provocazione, «De Luca».

Una risposta che, se da un lato rientra nel suo consueto registro ironico, dall’altro ribadisce la sua intenzione di restare protagonista, direttamente o indirettamente.

Ma non è solo ironia; De Luca ha ribadito la sua visione della politica regionale con parole nette.

«Per quello che mi riguarda dovremo avere al governo della Campania non molluschi, ma qualcuno che sia in grado di governare, perché la Campania non è un comune di 2.000 abitanti, è la sfida amministrativa di governo più difficile d’Italia».

Un monito chiaro contro possibili candidature deboli o imposte dalle logiche di partito, «la Campania non è merce di scambio per risolvere problemi interni a questo o a quel partito».

De Luca rivendica i risultati raggiunti, soprattutto in termini di dignità e reputazione istituzionale. «Dovremo avere al Governo persone in grado di non far perdere a Napoli e alla Campania la dignità che abbiamo conquistato con anni di sacrificio e di lavoro, perché questa dignità non l’avevamo qualche anno fa. Ci ridevano in faccia».

Non meno dura è stata la sua critica al cosiddetto “campo largo”, l’alleanza tra PD e Movimento 5 Stelle, dicendo: «non conosco il significato di questa espressione oscena. Non mi pare che abbia avuto grande consenso da parte del popolo lavoratore». Un’affermazione che lascia trasparire la sua distanza dalle logiche coalizionali attuali, viste come astratte e scollegate dalla realtà.

Sul piano economico e sociale, De Luca ha affrontato il tema del salario minimo, lodandone lo spirito ma mettendo in guardia dai rischi pratici. «L’idea del Pd sul salario minimo è una proposta sicuramente interessante ma bisogna entrare nel merito […] stiamo attenti che non diventi un boomerang».

Ha ricordato come la maggior parte dei contratti già superi tale soglia e ha posto l’accento sulla questione dell’apprendistato. Tuttavia, ha ribadito la necessità di affrontare la questione salariale in un Paese dove il potere d’acquisto è in caduta libera.

«In Italia il potere d’acquisto è diminuito, quindi abbiamo questo paradosso con una crescita del numero assoluto di occupati, ma dal punto di vista del reddito siamo tornati indietro».

Accorato anche l’intervento sul tema delle morti sul lavoro: «è una tragedia non più tollerabile […] parliamo di migliaia di morti, non è più accettabile. È necessario che cresca il livello di sensibilità, di civiltà, di rispetto umano». Un richiamo forte alla responsabilità collettiva, ma anche all’azione dello Stato.

De Luca ha evocato persino Papa Francesco, richiamando i «valori umani fondamentali» come chiave per una nuova coscienza civile.

Infine, il governatore ha commentato la decisione del governo di sospendere i mutui per chi ha subito danni a causa del bradisismo nei Campi Flegrei, «avevo chiesto al governo la sospensione per almeno due anni delle rate dei mutui […] la prendo come una notizia importante e un aiuto concreto alle famiglie».

Ha sottolineato come la popolazione sia già sotto pressione, sia psicologica che economica, e ha ribadito la necessità di misure strutturali e non emergenziali.

E mentre la legge gli preclude un terzo mandato da presidente, resta da capire quale sarà il suo prossimo passo. Regista nell’ombra o protagonista, ancora una volta, sotto i riflettori?

Raffaele Vincenzo Giorgio

redazione
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