di LUCIA LIETO
Si discuterà nel prossimo consiglio comunale del comune di Praiano la bozza di modifica del regolamento proposta dal consigliere Arturo Terminiello. Alla base di quello che potrebbe essere il nuovo regolamento la sostenibilità del turismo e la tutela e la difesa del capitale naturale ed umano del territorio.
Ed in particolare il punto che forse più di tutti tocca da vicino la vita delle famiglie, direttamente collegato al problema dell’overtourism, è la mancanza di edilizia residenziale a causa della prorifelazione incontrallata delle attività extraalberghire.
In buona sostanza si tratta dell’impossibilità di trovare una casa in cui abitare stabilmente, un problema urgente, che tocca da vicino un numero sempre più alto di nuclei familiari, costretti molto spesso a dover emigrare, non solo in altri paesi, ma talvolta in altre regioni.
La bozza del consigliere Terminiello ha suscitato un grande interesse da parte dei concittadini ed è stato lui stesso, quindi, dalle pagine del suo profilo social a rendere pubblico l’intero testo che verrà sottoposto all’attenzione di maggioranza e opposizione, e a spiegare in una nota – che di seguito riportiamo integralmente per completezza d’informazione – le motivazioni alla base della sua proposta.
«Il disagio abitativo delle famiglie stabilmente residenti, soprattutto delle giovani coppie, è cresciuto negli ultimi anni per una costante diminuzione delle case abitabili dai cittadini storicamente residenti facilitando, così, il rialzo dei canoni locativi e delle quotazioni immobiliari, al punto da generare una crescente tendenza migratoria verso altri centri rivieraschi.
Non inganni l’apparente stabilità demografica, perché dovuta soprattutto al progressivo invecchiamento dell’età media e al parallelo decremento delle nascite che, da oltre quattro decenni, caratterizza anche il trend demografico nazionale. Sicché i giovani sono sempre di meno e quelli residenti hanno sempre più difficoltà a costituire nuovi nuclei familiari, soprattutto per la crisi economica e occupazionale che, sovente, li obbliga a coabitare con i genitori anche oltre i trent’anni d’età.
A tutto ciò si è aggiunto anche uno squilibrato incremento di convivenze turistiche extra alberghiere che ha, nel tempo, sacrificato l’edilizia residenziale in favore di quella speculativa (case vacanze e B&B).
Sul totale dei movimenti demografici nell’ultimo decennio (412), i cambi di residenza (369) sono l’89,56%. Questo dato denuncia l’assenza di servizi e di opportunità utili alla permanenza nel comune d’origine, a ciò fa drammatica eco l’incremento delle residenze a scopo speculativo che, nel 2012 erano 92 case vacanze e 12 B&B, pari a 104 attività, mentre nel 2022 si è passati a 257 case vacanze e 32 B&B, per un totale di 289 attività. L’incremento percentuale nel decennio è stato, pertanto, del 177,88. Inoltre, la qualità delle presenze turistiche è peggiorata negli anni e il comune, come tutti gli altri tra Amalfi e Sorrento, è divenuto un congestionato e caotico ricettacolo di orde maleducate e chiassose, che hanno pregiudicato la qualità esistenziale dei residenti e i livelli generali della sicurezza pubblica, in ossequio alla falsa opinione che tutto ciò coincidesse col benessere economico generale. La tassa di soggiorno è stata la comoda giustificazione per svendere il decoro della comunità e del suo territorio, accettando una fiumana tumultuante di presenze disordinate nel collo di bottiglia dei nostri già ristretti spazi, privi di servizi adeguati a tollerare un tale sovraccarico demografico. Le discoteche hanno giocato un ruolo importante nell’attrarre feccia anche dal circondario e nel porsi, sovente, quali centri di una ricreazione tanto dubbia da rasentare la perseguibilità penale. Ciò ha causato anche un rassegnato, fatalistico permissivismo delle autorità di polizia locale nel garantire la sicurezza e un efficace presidio del territorio. Infatti, i verbali elevati per intralcio alla circolazione (ex art 157cds), nel 2013 sono stati 216 che, a fronte di una viabilità più insicura e caotica, nel 2022 si sono ridotti a soli 25 e appena quattro denunce per schiamazzo e disturbo alla quiete, con un sacrificio percentuale del rigore sulla vigilanza e la sicurezza pari all’88,43. Non ultimo, la piaga ricorrente degli incendi boschivi, di rado accidentali, ha impoverito negli anni il patrimonio naturale del territorio, esponendolo al rischio di frane e smottamenti invernali».