Un omaggio alle capacità diplomatiche e a quei rapporti internazionali tessuti abilmente oltre i confini italiani. La 24esima edizione del Capodanno Bizantino di Amalfi, che si celebra dal 31 agosto al 2 settembre, rievoca dell’inizio dell’anno fiscale e giuridico nei territori dell’impero d’Oriente, che corrispondeva al 1° settembre, giorno nel quale entravano in carica i comites, cioè i capi della repubblica marinara di Amalfi nella sua fase aristocratica. Le celebrazioni culminano con l’investitura del Magister di Civiltà Amalfitana, titolo assegnato annualmente a una personalità, amalfitana d’origine o di adozione, distintasi per particolari meriti in un settore della civiltà amalfitana medievale, dall’imprenditoria alla politica, dalla scienza alla marineria. Per questa edizione la commissione composta dai sindaci di Amalfi e Atrani, dei rispettivi delegati alla Cultura e dai rappresentanti il Centro di Cultura e Storia Amalfitana, vagliati i profili di personalità legate al territorio dell’antico Ducato, ha designato all’unanimità Franco Nuschese, imprenditore di successo negli Stati Uniti e persona dalle straordinaria capacità relazionali.

Nato a Minori nel 1961, “Franco” vive a Washington da oltre 30 anni, dove nel 1992 ha fondato il Cafe Milano, raffinato locale nel quartiere di Georgetown frequentato dai presidenti degli Stati Uniti, dalle star del cinema e dalla politica internazionale. Il New York Times lo ha ribattezzato “il ristorante della Casa Bianca”.

Self made man, nel 1978, all’età di 17 anni, lasciò la “sua” piccola Minori alla scoperta del mondo. Prima Londra, poi Las Vegas, è stato responsabile dei ristoranti del leggendario casinò Caesar Palace. Agli inizi degli anni Novanta il trasferimento nella capital city offrendo l’autenticità della cucina italiana e della costiera e del Made in Italy. Cafe Milano intreccia in modo artigianale cultura, moda, cibo, vini pregiatissimi e, soprattutto, ospitalità. Nel novembre del 1992 Bill Clinton diventava ufficialmente Presidente degli Stati Uniti. In questi trentadue anni, dal ristorante del re della dinner diplomacy, sono passati Capi di Stato e di governo, teste coronate, ambasciatori e uomini di potere. Memorabili le presenze del presidente Barack Obama che al Milano festeggiò il 49esimo compleanno di Michelle e il diploma di una delle sue figlie. Tra i clienti storici, oltre ai Clinton, il presidente Joe Biden che, già da vicepresidente di Obama, amava cenare con sua moglie Jill, di origini siciliane alla tavola di Nuschese. E anche George Bush.

Soltanto Trump non ha mai varcato la soglia del Cafe Milano, ma le figlie Ivanka e Jared sì. Loro adorano la cucina italiana. Due presidenti della Repubblica Italiana, durante i loro viaggi a Washington, hanno pranzato dal commendator Nuschese: Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella. Lo scorso 7 luglio anche il premier Giorgia Meloni, a Washington in occasione del G7.

Nel marzo del 2018 il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ambasciatore degli Emirati negli Stati Uniti Yousef al-Otaiba, il capo della pianificazione politica del Dipartimento di Stato, ebbero un incontro “casuale” al Cafe Milano. Prima di quel momento i loro governi non dialogavano. Gli Emirati Arabi Uniti non riconoscevano neppure formalmente l’esistenza di Israele. Dopo due anni da quell’incontro si arrivò alla normalizzazione delle relazioni diplomatiche e commerciali. Nel 2016, il Cafe Milano si apre agli Emirati Arabi: Franco Nuschese sbarca nella capitale Abu Dhabi e porta il suo marchio all’interno del Four Seasons.

Inoltre Nuschese fa parte del Consiglio di amministrazione dell’Atlantic Council (uno dei più prestigiosi think tank americani).
Tanti i riconoscimenti in carriera, ma questo che gli proviene dalla sua terra natale ha senza dubbio un sapore speciale. «Quando mi è stata comunicata la decisione della commissione ho avuto un sussulto d’orgoglio, di fierezza e di grande gioia – ha confessato Nuschese – Questo premio vuole essere un po’ di tutti quelli che come me hanno lasciato la Costiera per raccogliere la sfida della vita, ma portandola sempre nel cuore, ogni giorno. Mi ritengo molto fortunato ad aver conosciuto tante persone nel corso delle mie esperienze».