di SALVATORE ULISSE DI PALMA
Era calmo il mare stamane, domenica 13 novembre, una tavola come amano dire quelli che con il mare hanno un rapporto privilegiato.
La quiete dopo la tempesta, la tempesta che la notte prima, nel suo letto, aveva combattuto Mast’ Gaetano.
L’ultima tempesta, la più violenta, lui che con il mare ci parlava, lui che con il mare ci aveva vissuto, lui che a tante persone aveva insegnato a solcare le onde di questo scorcio di Costa Divina, l’ultima tempesta e poi la quiete, il mare calmo e taciturno come non mai, una coltre abituale che lo ha accompagnato a passare dal ricordo quotidiano che è ormai storia di quegli uomini che seppero portare il nome di Amalfi oltre gli angusti confini campani in ogni lido del Mediterraneo, a quell’ eternità dell’ al di là che sarà ricordo sì, ma anche motivo di orgoglio.
Gaetano Camera, il Maestro d’Ascia, artigiano artista lascia segni imperituri perché dalla progettazione alla realizzazione, tutto il lento lavorio diventa, alla fine, opera d’arte.
Il buon Don Gaetano andava fiero di questo suo vissuto e, tra le carte più belle come quelle della nascita dei figli, della licenza matrimoniale, ha sempre conservato a mo’ di medaglia, a mo’ d’insegna onorifica, l’iscrizione rilasciata dal Ministero della Marina Mercantile che certificava la qualifica di Maestro d’Ascia.
Non so degli eredi chi avrà il privilegio di conservare tale memoria, attestato che riguarda sì l’intera sua famiglia, ma ancora di più l’Intera comunità di Amalfi.
Comunità, quella Amalfitana, nella quale pure qualcuno dovrà ricordare che in determinato punto nel porto, sorgeva una grande e rudimentale bottega, nella quale sono nate tante imbarcazioni in legno, veri, autentici capolavori.
Quel sito con con apposita menzione dovrà ricordare che la Repubblica marinara di Amalfi, oltre ai naviganti, ai commercianti, nella storia ha dovuto davvero tanto a questi Maestri d’ascia, specie ad una famiglia che di padre in figlio si sono trasmessi, con il duro e diuturno lavoro l’amore ed hanno affermato una supremazia, sempre riconosciuta in ogni dove, dell’arte nautica.
Il lavoro del legno, suo amore, portato avanti fino, forse, negli ultimi tempi, realizzando modellini d’imbarcazioni, veri e propri gioielli, è stata estrinsecazione di un’arte dignitosa e decorosa che altro nome non potrebbe avere.
Mast’ Gaetano è stato un uomo d’altri tempi, è stato un uomo che ha conosciuto solo il lavoro e la famiglia e il suo hobby la continuazione del lavoro (stupenda la realizzazione in miniatura del suo San Giuseppe da lui finemente lavorato).
Patriarca di una bella e sana ed onesta famiglia, curata sempre con amore ed attenzione, lascia i figli, nipoti, parenti ed amici tutti nella discrezione con la quale era sempre vissuto, inconsciamente lasciando oltre un patrimonio di affetti, una testimonianza fatta di piccole opere, ma ancora di più, di ricordi che ne narreranno la presenza terrestre.
Personalmente ho voluto bene a quest’uomo mite e giusto, gli ho portato il rispetto che gli competeva per esperienza e riservatezza, come gli porterò sempre gratitudine per gli insegnamenti essenziali impartiti e trasmessi con il suo esempio di vita ad Alessandro e suoi cugini tutti, testimoni di una vita serenamente e dignitosamente vissuta, senza lamenti e con orgoglio, testimonianza di un uomo generoso, galantuomo e scrigno di saggezza.