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Giù le mani dal canto dei Battenti di Minori

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di FRANCESCO CRISCUOLO*

In un articolo a tutta pagina dal titolo “Reale: noi battenti cantori di speranza”, apparso su un quotidiano di tiratura regionale mercoledì 5 aprile u.s., è stato tracciato un profilo dei canti, che vengono eseguiti dai “battenti” di Minori quasi a mo’ di corollario esterno dei solenni riti liturgici dei giorni di giovedì e venerdì santo.

È ben risaputo che queste espressioni canore, che evocano una delle principali verità della fede cristiana, quale la Passione e Morte di Cristo, con toni e timbri di rara suggestione spirituale, costituiscono un irresistibile richiamo per tutti, credenti e non credenti, perché toccano il cuore e fanno vibrare le più sopite corde emotive dei minoresi, dei cittadini dei paesi limitrofi e dei turisti.

Proprio per questo motivo, di elevato spessore sacro e storico – culturale, risulta alquanto chiaro che in un simile campo l’unica autorità riconosciuta è quella della tradizione.

I riferimenti al protagonista della scena politica del paese, che fa di tutto per mettere il cappello sulla materia trattata, inducono, invece, a pensare a una maldestra e smaccata sovrapposizione, se non addirittura alla strumentalizzazione e alla personalizzazione di un valore alto legato a un rilevante fenomeno tradizionale.

Egli coglie, nella tematica dei battenti, soltanto l’occasione per parlare di sé a tutto tondo, con un malcelato tentativo di riappropriazione di parte rispetto a un patrimonio ideale che appartiene a tutti i minoresi e che tutti i minoresi, di ogni età e condizione sociale, sentono come proprio.

Sembra che, agli occhi di chi rappresenta il potere amministrativo locale, ogni contingenza, ogni evento di valenza collettiva, ogni entità di interesse unificante debbano essere assunti a pretesto per accrescere la visibilità, per fare bella mostra di sé, per spingersi sempre più oltre nel narcisismo dell’autoesaltazione.

La rituale e sentita processione penitenziale della sera del Giovedì Santo e della mattinata del Venerdì Santo diventa, così, lo sfondo per far prevalere una narrazione incentrata su una dinamica di sottile prevaricazione, di banalizzazione, di autopromozione spettacolare scientemente amplificata dall’esercizio pro tempore di una preminente funzione politico – istituzionale.

È di tutta evidenza la deliberata confusione tra sacro e profano, l’ibrida commistione, manifestata purtroppo in più circostanze, tra la sfera religiosa stricto sensu e quella temporale e civile, che debbono tenersi ben distinte, senza incursioni in campi non propri, come sancito, peraltro, dal consolidato principio di laicità dello Stato, da quanto solennemente affermato nell’art. 7 Cost. it. e dal n. 76 della Costituzione conciliare “Gaudium et spes”.

E’ lecito, perciò, chiedersi se da questi ed altri fatti concludenti non sia desumibile la sottostante pretesa, con uno stile da novello Brenno, che tutti gli aspetti della realtà paesana, compresi quelli relativi a uno dei più cari retaggi storici, siano assoggettati al controllo di uno solo, al di fuori del quale nulla può svolgersi e nessuno può agire liberamente.

Va sottolineato con forza, a tal proposito, che la non troppo velata invadenza di un pubblico amministratore in attività di pertinenza squisitamente ecclesiale nuoce alla serietà e all’integrità della vita amministrativa, con ricadute sicuramente negative sia su una necessaria chiarezza di idee sia su una sana ed armonica organizzazione della stessa civica convivenza.

Alla doverosa gratitudine verso l’amministrazione comunale minorese per le iniziative poste in essere ai fini dell’inserimento dei canti dei battenti nel novero dei beni culturali nazionali da parte del Ministero della cultura occorre, pertanto, aggiungere una netta riprovazione delle velleità di stampo cesaropapista medievale, non disgiunte dal sotteso concetto della religione come instrumentum regni, che la storia e la comune sensibilità hanno relegato nella soffitta del passato remoto.

I cittadini di Minori hanno tutti gli anticorpi per difendersi e rimanere vigili di fronte a ciò che assume le sembianze di una martellante “persuasione occulta”, anche via social, e di una progressiva opera di manipolazione delle coscienze, attuata attraverso l’uso surrettizio di una dimensione della pietà popolare, rientrate nella più vasta orbita della spiritualità cristiana, i cui connotati fondamentali sono l’umiltà e il servizio, men che mai una forma di dominio comunque mascherata.

*già preside del Liceo “Ercolano Marini” di Amalfi

redazione
http://www.quotidianocostiera.it
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