L’hotel Borgo Santandrea di Amalfi è vincitore dell’edizione 2022 dell’Hospitality Design Awards, nella categoria “hotel di lusso”.
La rivista Hospitality Design (HD) ha annunciato i vincitori di progetti e prodotti durante la 18esima cerimonia annuale degli HD Awards.

L’evento, che onora le migliori e più innovative realizzazioni dell’anno nel design di tutto il mondo, si è tenuto martedì 7 giugno scorso presso Cipriani South Street a New York.
L’ampiezza del settore è stata mostrata attraverso più di 1.100 progetti e prodotti inviati, il numero più alto fino ad oggi.
Il Borgo Santandrea, l’ex hotel Saraceno, inaugurato lo scorso anno dopo un totale restyling, è un vero e proprio gioiellino sulla costa tra Amalfi e Conca dei Marini.
L’ambizioso progetto di ristrutturazione voluto dai proprietari Orlacchio e De Siano, è durato quattro anni. Il risultato è un capolavoro di architettura italiana che unisce il design anni ’50 con il classico stile mediterraneo. Le due famiglie, legate da un lungo rapporto di amicizia e dalla passione per l’ospitalità che si tramanda da tre generazioni, hanno creato la loro “residenza” sul mare, inconfondibilmente italiana. Un rifugio unico di 29 camere e 16 suite, tutte caratterizzate da dimensioni generose e dotate di una spettacolare vista sul mare e sull’antico borgo di pescatori di Conca dei Marini. Grandi spazi comuni con tre ristoranti, due bar e una spa. Il Beach Club con pontile privato e spiaggia esclusiva – una vera rarità vista la natura rocciosa della Costiera Amalfitana – consente agli ospiti di godere appieno di una vacanza sul mare.
Ispirati dalle origini della struttura edificata negli anni ’60, i proprietari hanno voluto dar vita ad una dimora italiana che raccontasse lo spirito di quegli anni con ogni suo dettaglio e, al tempo stesso, che fosse espressione di un’architettura accessibile e sostenibile. Dal 2017, le due famiglie hanno lavorato con l’architetto Rino Gambardella e il suo team per garantire che ogni area fosse agevolmente raggiungibile, nonostante lo sviluppo verticale del complesso. Otto ascensori rendono possibile (a tutti) il raggiungimento di quasi ogni angolo di Borgo Santandrea, dalla suggestiva terrazza in cima all’hotel fino alla spiaggia privata. È stata inoltre posta grande attenzione alle tecnologie innovative di risparmio energetico – dalle cucine alle camere – sono stati adottati sistemi di gestione dei rifiuti all’avanguardia, sono stati realizzati investimenti in veicoli elettrici, si è minimizzato l’uso della plastica e sono stati selezionati fornitori locali e prodotti “a chilometro zero” per i ristoranti. Quello della sostenibilità è un percorso appena iniziato, un impegno sistematico che guiderà le scelte gestionali dei proprietari.
Gli interni dell’hotel sono un trionfo del “Made in Italy“. Per i mobili sono stati selezionati le ri-edizioni di Molteni&C disegnate da Gio Ponti, gli arredi personalizzati Tosconova e LISAR e i manufatti unici realizzati da artigiani locali e brianzoli. Tessuti prodotti da Once Milano, Dedar e Rubelli, con varie ri-edizioni di decori originali anni ’50, corpi illuminanti in vetro e ottone realizzati da Venicem, ed anche ri-edizioni di Gio Ponti.
Ignazio Gardella realizzate da Tato, sofisticate lavorazioni in metallo firmate De Castelli, elementi di arredo per esterni Ethimo sono solo alcuni esempi dello showcase italiano di cui gli ospiti potranno godere a Borgo Santandrea. A completare la varietà di pezzi unici, una vasta collezione vintage di preziosi oggetti e mobili di design anni ’50 e ‘60 collezionati negli anni da uno dei proprietari, tra cui spiccano il tavolo Reale di Carlo Mollino, le poltrone di Fredrik Kayser, le lampade di Gerald Thurston, le sedie di Hans Wegner, il tavolo di Sergio Mazza, le sedie e poltrone di Englander & Bonta.
Numerosi i materiali utilizzati e svariate le maestranze coinvolte. Alcuni esempi: 31 diverse tipologie di pavimentazioni geometriche bianche e blu dipinte a mano ed in larga parte ispirate alle geometrie classiche delle pavimentazioni delle vicine Pompei ed Ercolano, realizzate da artigiani locali e frutto di un lungo e meticoloso lavoro durato più di due anni; lavorazioni in ferro battuto ed in ottone eseguite dalle mani esperte dell’artigiano locale Piero Esposito; una serie di maestose librerie in legno noce massello realizzate dall’artigiano brianzolo Paolo Erba; tavoli da pranzo in pietra lavica siciliana creati da Pecchioli Firenze. E ancora, le pavimentazioni in pietra di recupero pugliese, i bagni con i marmi bianchi toscani e veneti realizzati dall’azienda marchigiana “I Conci”, il vetro soffiato veneziano.
Gli spazi dell’hotel ospitano le creazioni in ceramica degli artisti locali Lucio Liguori e Marco Fusco, mentre una vasta collezione di fotografie raffiguranti i numerosi siti archeologici della Campania ne impreziosisce le pareti, unitamente a una rarissima collezione di bozzetti di arredi disegnati a matita da architetti negli anni ‘50 e ‘60 e varie opere di arte contemporanea tra cui i suggestivi dipinti di Michele Attianese.
I tre ristoranti e due bar, situati quasi tutti nei punti più alti dell'hotel, propongono una cucina mediterranea. Sotto la direzione dell'Executive Chef Crescenzo Scotti, i menu de La Libreria, Alici e Il Beach Club raccontano i sapori del territorio basandosi su una selezione di ingredienti locali e stagionali tra cui quelli provenienti direttamente dall'orto di Borgo Santandrea. Le tre cucine dei ristoranti, progettate dal designer Andrea Viacava, sono un vero e proprio capolavoro di ingegneria che ha coinvolto una serie di aziende del nord-est dell’Italia, leader mondiali nella produzione di cucine industriali di alta gamma.
Infine i giardini terrazzati, tipici della regione, conferiscono un’ulteriore nota caratteristica a Borgo Santandrea. Per realizzarli, i proprietari hanno collaborato con la famiglia Amato, da quattro generazioni giardinieri e paesaggisti della Costiera Amalfitana, e con l’architetto paesaggista Philip Adiutori fondatore dello studio fiorentino MÀKIA. Il risultato è una creazione dall’impronta fortemente mediterranea, ricca di frutti e colori amalfitani, nella quale trova spazio un’importante collezione di melograni, ulivi e mirti, piante secolari che raccontano la storia della costiera.