di EMILIANO AMATO
In un tempo in cui la politica si rifugia sempre più spesso dietro comunicati banali e annunci svuotati di sostanza, il giornalismo ha il dovere — non solo il diritto — di dire ciò che altri preferirebbero tacere. I giornali esistono per questo: per raccontare ciò che conta davvero, per scavare dove gli altri si fermano, per essere cani da guardia della democrazia.
I giornalisti, quelli veri, hanno una missione: servire l’interesse pubblico, dare voce a chi non ce l’ha, raccontare i fatti affinché le persone possano comprendere la società in cui vivono e scegliere con consapevolezza. Non si tratta di slogan, ma di responsabilità. E di coraggio.
Le forze dell’ordine, quando collaborano con la stampa in modo trasparente, contribuiscono a una narrazione onesta dei fatti. Ma non sempre le istituzioni remano nella stessa direzione. Spesso la politica cerca di distrarre l’opinione pubblica con atti, delibere di poco conto, finanche a cercare di intimidire l’informazione libera, eventi insignificanti o comunicati da acchiappa-like social. Intanto, passano sotto silenzio notizie che invece dovrebbero stare in prima pagina: un bar sequestrato a Positano per abusi edilizi, un vicesindaco dimissionario ad Atrani da settimane, le ombre sulle attività del Consorzio di Tutela del Limone IGP Costa d’Amalfi, i proventi derivanti dall’evento Ferrari per le casse del Comune di Amalfi, il nuovo gruppo civico di Ravello che nell’annunciane la nascita non palesa i suoi fautori e componenti.
Ecco perché noi continueremo a fare il nostro lavoro con passione e determinazione. Anche quando è scomodo, anche quando dà fastidio. Contro i silenzi, contro i tentativi di occultamento. Perché tutti devono sapere. Perché l’informazione è un diritto.
Ma questo lavoro, che non è affatto facile, ha bisogno di sostegno. A partire dalla fiducia dei lettori, dalle segnalazioni, dalle opinioni. Perché un giornalismo vero nasce con e per i cittadini.
Insieme, possiamo continuare a raccontare la verità.


