di EMILIANO AMATO
“Andare, vedere, raccontare.” Questo imperativo ha sempre definito la missione del giornalista, l’essenza di un mestiere che si fonda sull’impegno a testimoniare la realtà, a scoprire la verità e a restituirla al pubblico, senza distorsioni né incertezze. Ma soprattutto farlo con professionalità, trasparenza e onestà intellettuale.

In questa giornata in cui la chiesa fa memoria di San Franceco di Sales, protettore dei giornalisti, che dà inizio al Giubileo della comunicazione, è fondamentale ribadire che il giornalismo autentico non si costruisce in ufficio o dietro una scrivania, ma sul campo, là dove le cose accadono. Il giornalista non è solo un testimone, ma un partecipante che raccoglie e restituisce storie, cercando di evitare il pregiudizio e il giudizio affrettato. In un mondo sovraccarico di fake news e manipolazioni, dove la comunicazione è spesso vittima della spettacolarizzazione, la ricerca della verità deve rimanere il faro che ci guida. La verità, quella che non ha paura di essere complicata, ambigua o difficile da raccontare, è sempre il punto di arrivo.
Il giornalismo, dunque, non è un semplice reportage, è una lente attraverso cui guardare il mondo e raccontarlo in modo che altri possano comprenderlo.
Il giornalismo come apprendimento continuo
Il giornalismo è anche una professione che si impara, spesso sbagliando, e che si evolve con il tempo.
David Randall, nel suo studio sul mestiere del giornalista, ci offre sette orientamenti fondamentali per praticare una comunicazione responsabile ed efficace. Tra questi, l’acuto senso della notizia e l’amore per la precisione emergono come strumenti imprescindibili. Non basta raccogliere i fatti; bisogna registrarli correttamente, contestualizzarli e rispettare lo spirito e l’atmosfera del momento. Ogni dettaglio è essenziale, ma la verità non si trova nelle supposizioni: il giornalista deve raccontare solo ciò che ha appreso, non ciò che crede di sapere. E se non si comprende qualcosa, bisogna chiedere, senza paura di apparire “stupidi”.
La curiosità è la base dell’indagine giornalistica, eppure, in un’epoca di sovrabbondanza di fonti, è altrettanto importante diffidare di tutte le fonti, verificando accuratamente ogni affermazione prima di riportarla al pubblico. Questo richiede un’intelligenza critica che sia capace di esaminare non solo le parole, ma anche le intenzioni di chi parla, per evitare di cadere nelle trappole della disinformazione.
La responsabilità della notizia
Una notizia non è mai neutrale. Ogni articolo, ogni reportage, ogni inchiesta è un atto di selezione. Scegliamo quali fatti raccontare, quali sfumature mettere in evidenza, quali voci far risuonare. Oriana Fallaci, in uno dei suoi scritti più celebri, rifletteva sulla responsabilità straordinaria del giornalismo: “La storia d’oggi si scrive nell’attimo stesso del suo divenire”. In effetti, il giornalista è testimone e narratore al contempo, con il potere e la responsabilità di influenzare la percezione collettiva degli eventi.
Nell’era della multimedialità, della rapidità delle informazioni e dell’intelligenza artificiale, questa responsabilità è ancora più grande. La notizia, oggi, ha bisogno di verifiche rigorose (fact-checking), di fonti multiple e della voce di tutti i soggetti coinvolti. L’informazione non è mai solo un elenco di fatti; è una costruzione, una decisione, che implica un’etica profonda.
La notizia può orientarsi verso il conflitto, la divisione, ma anche verso il dialogo, la pace, la fratellanza. È il giornalista a decidere quale direzione prendere.
Il giornalismo al servizio della società
Nell’epoca moderna, il giornalismo si trova spesso a un bivio: da una parte, la tentazione di cedere alle pressioni di interessi politici ed economici, dall’altra, la missione di essere al servizio della società. I giornalisti, oggi più che mai, devono riscoprire le proprie radici di servizio pubblico. L’informazione deve essere sempre completa, curata e rispettosa, poiché non c’è democrazia senza un’informazione libera e accurata.
E non dimentichiamo i tanti giornalisti che, in diverse parti del mondo, sono minacciati o perseguitati per aver fatto il proprio mestiere. Le loro vite sono in gioco, ma il loro impegno ci ricorda che la libertà di informazione è il pilastro di ogni cultura democratica. Il giornalismo ha sempre avuto un ruolo fondamentale nel plasmare la società. Un giornalismo libero e responsabile, infatti, ha il potere di costruire ponti, di rafforzare il dialogo e di favorire la pace.
LEGGI ANCHE:
San Francesco di Sales, a Cava de’ Tirreni si festeggia il patrono dei giornalisti