di OLIMPIA GARGANO
Le cose che vediamo di meno sono quelle che abbiamo sempre davanti agli occhi. Succede così per i luoghi che ci circondano e che non sempre osserviamo attivamente, e anche per usanze e tradizioni che anno dopo anno ci scorrono accanto e di cui siamo spesso protagonisti passivi. Succede anche in queste feste di fine anno, in cui presi da tante incombenze dimentichiamo di cogliere il valore di ciò che conta davvero. Proviamo dunque a guardare il nostro Natale con gli occhi di chi tanti anni fa lo ha visto per la prima volta e ne ha saputo trasmettere l’atmosfera con l’arte della parola scritta.
Per augurare liete festività natalizie ai lettori del Quotidiano della Costiera abbiamo scelto un racconto di Marie Luise Kaschnitz. Autrice di romanzi, racconti, saggi, e radiodrammi, era nata nel 1901 a Karlsruhe, da famiglia aristocratica di tradizione prussiana. In Germania le hanno intitolato nel 1984 un premio letterario che si tiene ogni due anni, il Marie Luise Kaschnitz-Preis.

Aveva studiato per diventare libraia: dopo aver collaborato con una casa editrice di Monaco, andò a lavorare a Roma presso un antiquario. Lì conobbe il suo futuro marito, l’archeologo austriaco Guido Kaschnitz von Weinberg. Lei lo seguiva nelle sue missioni di scavo in Francia, Grecia, Italia. Da Roma venivano spesso in Costiera, dove soggiornavano all’Hotel Santa Caterina. E proprio sotto un albero di aranci di quei giardini sospesi sul mare di Amalfi sono nati molti dei suoi racconti compresi nella Prova del fuoco, ambientati fra Roma, Napoli e Costiera Amalfitana.

Da uno di questi, intitolato Il miracolo, è tratto il brano che riportiamo qui di seguito. E’ un ricordo d’infanzia di un Natale amalfitano, raccontatole in prima persona da don Crescenzo Gambardella, proprietario del Santa Caterina.

“Il nostro Natale”, continuò dopo un po’, “è certamente molto diverso dal Natale di casa sua. È una festa molto chiassosa, molto allegra. Il Bambino Gesù viene portato in processione nel suo scrigno trasparente mentre la banda suona. Per ore e ore si sparano i mortaretti, e l’eco di questi spari viene restituito dalle montagne, così che si sente come il fragore di un’immane battaglia. Nel cielo s’innalzano razzi che si schiudono come gigantesche palme e ricadono a valle in una pioggia di stelle. I bambini urlano e piangono, e il mare con le sue scure onde invernali mugghia così forte come se singhiozzasse e cantasse per la gioia. Questa è la nostra festa di Natale, e tutto il giorno passa fra i preparativi. I ragazzi preparano i loro piccoli fuochi d’artificio, e le ragazze intrecciano ghirlande e puliscono i pesci argentati che pendono dalla statua della Madonna. In tutte le case si frigge, s’inforna e si mescola sciroppo dolce”.
Immagini di circa un secolo fa, che per fortuna sono ancora vive nella tradizione familiare di molti di noi. Concludiamo questo incontro natalizio della Costiera raccontata con l’augurio di mantenere sempre viva la meraviglia per la bellezza che ci circonda, quella dei luoghi e soprattutto degli affetti che sono la vera essenza del Natale.