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Il presepe raccontato da Padre Enzo Fortunato conquista Cava de’ Tirreni

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di ANGELA VITALIANO

Pubblico numeroso, quello delle grandi occasioni, ieri sera, 28 dicembre, al Convento di San Francesco e Santo Antonio a Cava de’ Tirreni, per la presentazione del libro “Una gioia mai provata” di Padre Enzo Fortunato.

Hanno accolto  l’illustre ospite, Franco Bruno Vitolo che ha condotto l’incontro, il sindaco Vincenzo Servalli, padre Pietro Attanasio, nuovo guardiano del Convento, mons. Orazio Soricelli, arcivescovo dell’arcidiocesi Cava-Amalfi, il presidente dell’associazione giornalisti Cava-Costa d’Amalfi “Lucio Barone” Franco Romanelli ed Enrico Passaro Capo Ufficio Vicario dell’ufficio del Cerimoniale di Stato per le Onorificenze alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha colloquiato con l’Autore.

I relatori hanno espresso un vivo apprezzamento per l’opera di Padre Enzo, che da grande comunicatore, usa i social e i media, per avvicinare la “brava gente”, il suo pubblico. Il presidente Romanelli gli ha donato la “riggiola”, la mattonella con il logo del sodalizio e l’attestato di socio onorario con queste motivazioni:

“Per il suo straordinario “cammino” di religioso e giornalista. Sin dagli anni giovanili ha mostrato le doti del comunicatore di razza, rivoluzionando la rivista “San Francesco patrono d’Italia”, che ha diretto per lunghi anni e per la quale ha profuso uno sforzo straordinario. Instancabile costruttore di pace, ha saputo innovare, con spirito francescano, il mondo della comunicazione religiosa e realizzare un modello di annuncio evangelico credibile, attuale e moderno. Negli anni non ha mai fatto mancare vicinanza a questa associazione e per questo da oggi lo sentiamo ancor di più uno di noi”.

Enrico Passaro, arguto conversatore, ha preso spunto da alcuni passi del libro, chiedendo all’autore qualche  spiegazione in merito, dando così l’imput ad una stupenda esposizione di Padre Enzo che ha donato un assaggio di quello che leggeremo nel libro. Il frate minore conventuale ha espresso tutto l’amore che prova verso il presepe, che proviamo tutti noi, e ha auspicato un ritorno, da parte delle famiglie, all’educazione dei piccoli all’arte presepiale, ma soprattutto, alla fede, alla preghiera.      

“Nel presepe ogni dettaglio o oggetto ha un’importanza che è anche simbolica” ha detto. Betlemme, l’inizio di tutto, Greccio, San Francesco prepara il primo presepe, Scala, Sant’ Alfonso dei Liguori ha l’intuizione di un canto che possano capire e cantare tutti,  “Quanne nascette ninno”, il notissimo “Tu scendi dalle stelle”. Queste i tre punti salienti. Il libro è emozione continua, dai ricordi dei nostri presepi infantili alla sofferenza dei nostri fratelli migranti. Al termine dell’ incontro, la sorpresa preannunciata all’inizio: Passaro, per anni attore della compagnia di Mimmo Venditti, ci ha deliziato leggendo il brano di Natale in casa Cupiello, quando Lucariello cerca di accattivarsi il consenso di Ninnillo, il figlio, con la famosa frase, dopo tante promesse: “te piace ‘o presepe?”. Applausi ad un evento culturale che appassiona e unisce tutti.

Foto: Gaetano Gallo

redazione
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