Nel cuore di Amalfi, tra vicoli dell’Antica Repubblica Marinara dove di respira il mare, c’è un piatto che da oltre sessant’anni racconta poesia, memoria e passione. È il celebre soufflé al limone del ristorante La Caravella, una vera icona della gastronomia della Costiera. Una ricetta resa immortale da un estimatore d’eccezione: Salvatore Quasimodo, Premio Nobel per la Letteratura.

Durante una sua sortita amalfitana nel 1959, il grande poeta siciliano, affascinato dalla delicatezza e dalla luce che questo dolce sprigionava, lo definì con felice immagine “il sole nel piatto”. E quella definizione è rimasta incisa nella memoria dei buongustai che ogni anno si siedono ai tavoli del celebre ristorante stellato.


Il dolce, soffice e vaporoso come una nuvola bianca, ha un’origine curiosa e tutta da raccontare: nacque infatti da un errore. Ma come spesso accade nella storia della cucina, fu proprio da quell’imprevisto che germogliò un capolavoro. A realizzarlo per la prima volta fu l’indimenticabile signora Anna, anima della Caravella, moglie dello storico titolare Franco Dipino. La sua maestria e dedizione hanno fatto di questo dessert una leggenda, portata avanti con passione e orgoglio dal figlio Antonio, custode della preziosa ricetta di famiglia.
Servito in colorati piatti di ceramica vietrese, il soufflé è oggi proposto in una versione rinnovata ma fedele alla tradizione: accanto alla morbidezza dell’impasto, si uniscono il delicato sorbetto al limone, creando un’armonia di freschezza e intensità che racchiude in sé tutta la magia dei limoni della Costiera Amalfitana.
Questa ricetta non è solo un dessert: è un frammento di storia, una carezza poetica, un omaggio a chi ha saputo trasformare un piatto in emozione.