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Incidente di Ravello, la testimonianza del driver: «Il pullman ha iniziato a slittare»

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di EMILIANO AMATO

Torna d’attualità il tema sicurezza sulle strade della costiera amalfitana. Il tragico incidente del bus turistico precipitato a Ravello che ha visto la morte del suo giovane conducente riaccende i riflettori sulla condizione delle arterie della “Divina”, sempre più usurate e non capaci di sopportare la quantità di veicoli che ogni giorno la percorrono.  Lunedì mattina il 28enne di Agerola Nicola Fusco era alla guida del pullman di 9 metri dell’azienda di famiglia. Aveva accompagnato un gruppo di turisti stranieri a Ravello e, senza passeggeri a bordo, stava percorrendo la strada provinciale 75 in direzione Amalfi. Dalle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza attive sulla zona, si vede come il bus, poco prima di mezzogiorno, stesse affrontando la curva in discesa, seguendo la giusta traiettoria a velocità misurata. La parte anteriore sinistra del mezzo accosta eccessivamente, sbattendo contro il muretto perimetrale in piena curva. Ben si evince come la protezione si sgretoli letteralmente, col pullman che resta per un secondo in bilico per poi piombare nel vuoto. Uno spuntone di roccia fa da trampolino ed evita la caduta verticale sulla strada sottostante. Il volo termina dopo venticinque metri, sulla stradina pedonale di Via Valle del Dragone, tra il muro di contenimento e un’abitazione, soltanto sfiorata. L’impatto al suolo ha provocato un fragore indescrivibile che ha echeggiato in tutta la valle. Il conducente è stato scaraventato all’esterno, trovando la morte sul letto del torrente sottostante a causa delle gravi ferite riportate.

Una testimonianza fondamentale è quella di Daniele Di Palma, il conducente di auto di lusso a noleggio che lunedì mattina viaggiava proprio dietro al bus e che ha visto tutto in presa diretta. «La manovra era giusta ma in curva il bus ha cominciato a slittare e quando il conducente se n’è accorto ha girato le ruote per cercare di recuperare, ma ha sbattuto contro il muro il quale è andato giù come al soffio di una candela» ci dice.

Di Palma, che era a bordo del suo van con alcuni clienti stranieri, prosegue il racconto di quei minuti terribili: «Mi sono precipitato di sotto per soccorrere l’autista, non sapendo chi fosse, ed eventuali persone a bordo. Sono stato io ad allertare i Carabinieri e il titolare del vettore turistico, persona conosciuta e stimata nel nostro settore. Mi ha chiesto quali colori avesse quel pullman: appena gliel’ho detto mi ha chiuso il telefono». Aveva realizzato che a bordo, quella mattina, c’era suo figlio.

redazione
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