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“Inganno”: la miniserie Netflix girata in girata in Costiera Amalfitana è già record

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di NOVELLA NICODEMI

“Le donne devono sentirsi libere a tutte le età di vivere la passione”.

Girata tra la Costiera Amalfitana e Sorrentina, Inganno, la serie italiana diretta da Pappi Corsicato con protagonisti Monica Guerritore e Giacomo Gianniotti, uscita il 9 ottobre su Netflix, è già diventata rapidamente un fenomeno globale. Il regista napoletano, che nel 1994 ha ricevuto il premio come miglior regista esordiente ai Nastri d’Argento per il film Libera, non si aspettava un successo di tali proporzioni, e si trova letteralmente subissato da migliaia di richieste di realizzare una seconda stagione.

Con 9,6 milioni di visualizzazioni nella sua settimana di esordio, presente nella Top Ten di ben 89 paesi, la pellicola in sei episodi, liberamente ispirata alla serie inglese Gold digger del 2019 creata da Marnie Dickens, Inganno ha scalato le classifiche globali di Netflix, piazzandosi alla prima posizione delle serie non in lingua inglese.

Le riprese (iniziate a marzo 2023) sono state effettuate ad Amalfi e Positano, spingendosi fino Sorrento e a Napoli (Riviera di Chiaia, Via dei Martiri, lungomare di Mergellina). Scorci mozzafiato fanno da cornice all’appassionata, controversa e tormentata storia tra Gabriella, che gestisce l’hotel di lusso ereditato dal padre, ed Elia, skipper italo-canadese. Fin qui, ‘niente di nuovo sul fronte costierasco’. Se non fosse che lei ha sessant’anni e lui trenta, come il maggiore dei suoi tre figli.

Interpreto Gabriella, proprietaria di un albergo sulla   costiera amalfitana, che incontra Elia e riscopre la passione e il sesso. I figli, preoccupati che sia un approfittatore, cercano di farla interdire”, spiega la Guerritore, storica musa di Gabriele Lavia e Strehler, straordinaria attrice di cinema e teatro, semplicemente strepitosa in questo ruolo complesso e delicato.

Scritta da Teresa Ciabatti (con Eleonora Cimpanelli, Flaminia Gressi e Michela Straniero) e prodotta da Cattleya, Inganno, oltre a battere un record mondiale, continua a generare discussioni per la tematica trattata che sembra essere in alcuni casi ancora un tabù.

Numerose le scene di nudo e sesso focoso (etichettate dai benpensanti come voyerismo gratuito), con l’esibizione dello splendido corpo della protagonista, una donna matura che non è ricorsa alla chirurgia plastica,  senza filtri, con rughe e occhiaie, niente photoshop.

Gabriella è una donna divorziata il cui ex marito l’ha tradita, come nel più classico dei clichés, con la sua migliore amica con cui vive. Ha tre figli (di cui il primogenito molto protettivo, un adolescente che vive con lei e una ragazza molto insicura): è una donna di successo, benvoluta e stimata sia dai suoi collaboratori che dal paese.

Nel giorno del suo sessantesimo compleanno, nota dalla terrazza del suo hotel a strapiombo sul mare, un giovane che ha un fisico mozzafiato. Ha un brivido, di attrazione e desiderio. Poi l’incontro fatale (fortuito?) con Elia che ha la metà dei suoi anni sconvolge all’improvviso una vita che sembrava scorrere ormai su binari prevedibili, per quanto brevi frammenti del suo passato di ragazzina triste fin dall’inizio della serie interrompano, come pensieri intrusivi e angoscianti, la dinamica della sua routine. Si intuisce un trauma, un dolore antico, che sarà svelato solo alla fine. Dapprima diffidente, Gabriella si lascia trasportare dagli eventi e si abbandona alla passione, rapita dalla bellezza fisica di Elia, pur sapendo poco o nulla di lui, non riuscendo a resistere alla sua seduzione. Entrambi si mettono a nudo, letteralmente e emotivamente. La complicità è immediata.

Ma non dimentichiamo che il titolo della serie è Inganno, parola che potrebbe guidare lo spettatore attraverso una chiave di lettura della storia alquanto scontata: il bel truffatore che si insinua nella vita di una donna matura e ricca solo ed esclusivamente per interesse.

Tra dubbi e incertezze, allontanamenti e riconciliazioni, in quel momento della vita a Gabriella non interessa il giudizio degli altri: quello che la rende felice è stare con Elia. E decide di convivere con lui bypassando sospetti, critiche e pregiudizi.

Le ricerche del primogenito avvocato, che ha una vita parallela (sposato, vive il tormento di una relazione omosessuale) portano alla scoperta di un passato losco di Elia, e il bel tenebroso viene citato in giudizio per circonvenzione di incapace. Scatta la disperazione più profonda, che fa dubitare la donna della sua lucidità. Ma fa anche lei le sue ricerche e scopre una realtà ben più scioccante.  Nonostante tutto, si presenta in tribunale e difende Elia a spada tratta davanti alla legge. Spiazzando tutti, poi decide di mettere a nudo la sua tragedia personale, un segreto di cui i figli non erano a conoscenza: un tormento interiore che l’aveva fatta sprofondare nella depressione anni prima, un peso con cui convivere quotidianamente.

Anche Elia, invece di scappare, affronta il processo e rivela a tutti i presenti i suoi sentimenti. Partito come un tentativo di raggiro, organizzato con la sua ex ragazza (incinta di lui), il rapporto con Gabriella aveva sconvolto anche la sua di vita, riempiendola di quell’amore travolgente e totalizzante di cui aveva bisogno. I soldi non gli interessano né quella ragazza, sua coetanea. Vuole solo vivere con Gabriella.

Il personaggio di Gabriella, donna forte e debole, fragile ma di carattere, si libera del peso di non poter essere davvero sé stessa. Alla fine è capace di autodeterminarsi. Si sente viva quando comprende che è nel lasciarsi andare ai propri desideri e nel farsi vedere dall’altro senza infingimenti, per quello che si è, che può sperimentare una felicità inedita. Non vuole più consentire che la sua vita sia decisa da qualcun altro: prima dal padre, poi dal marito, poi da figli, poi dal giudizio della società. Ora vuole prendere le redini della sua esistenza. Elia in Gabriella trova inconsciamente e specularmente proprio questo stesso bisogno: liberarsi di un segreto del suo passato che gli impedisce di vivere una vita autentica e trovare il suo centro di stabilità.

Monica Guerritore si riconferma attrice con la A maiuscola, Intensa e magnetica, carismatica e sensuale. Giacomo Gianniotti, famoso per avere partecipato a Grey’s anatomy e Diabolik, con il suo fisico scolpito e lo sguardo profondo è già sex simbol.

«La storia si muove su due binari paralleli: quello di Gabriella, che vuole seguire il proprio desiderio, e quello del figlio Stefano, che si rifiuta di accettarsi come omosessuale e vive una vita di privazione. Quando non ci si sentiamo liberi di essere noi stessi, quella repressione finisce per toccare anche chi abbiamo intorno. Per questo motivo Stefano si oppone al rapporto di sua madre con Elia: lui non si sente libero e per questo non vuole che nemmeno sua madre sia felice».

L’inganno riguarda quindi il meccanismo di protezione con il quale nascondiamo all’altro i nostri difetti e debolezze, le fragilità, i segreti, i traumi. In questa chiave di lettura l’incontro tra i due protagonisti tra i quali scatta fin da subito una rara complicità del corpo e dell’anima è la spinta per liberarsi dal peso della finzione. Insieme sono liberi di essere chi sono veramente.

Foto: pagina facebook Film Commission Regione Campania

redazione
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