Un’opera rigorosa e coinvolgente che getta nuova luce su una delle più grandi epopee dell’età contemporanea: l’emigrazione italiana negli Stati Uniti tra il 1870 e il 1940. In “Italiani d’America” di Mario Avagliano e Marco Palmieri (edizioni Il Mulino 2024) con uno stile accessibile ma supportato da una solida base documentale, gli autori offrono una narrazione corale e stratificata che va ben oltre la mera cronaca migratoria, restituendo dignità, voce e complessità alle vicende di milioni di italiani partiti alla ricerca di un futuro migliore.

Una narrazione costruita dalle fonti
Uno dei maggiori punti di forza del volume è l’utilizzo di una pluralità di fonti, tra cui lettere, diari, testimonianze orali e documenti ufficiali, che permette di ricostruire non solo i grandi numeri del fenomeno migratorio, ma soprattutto l’universo emotivo, culturale e materiale dei protagonisti. Ne emerge una storia “dal basso”, vissuta, che mette al centro aspirazioni, paure e contraddizioni di chi affrontò la difficile scelta dell’espatrio.
Un fenomeno trasformativo
Avagliano e Palmieri delineano con efficacia il carattere trasformativo della migrazione, non solo per l’Italia ma anche per gli Stati Uniti. Mostrano come l’emigrazione abbia inciso profondamente sull’identità nazionale italiana, sulle strutture familiari e sulle dinamiche sociali, ridefinendo la stessa geografia umana del paese, specialmente nel Sud e in regioni come la Campania, da cui partirono intere comunità, tra cui quella di Padula, paese natale del celebre Joe Petrosino.

Un’analisi multidimensionale
Il libro si distingue per la sua capacità di analizzare il fenomeno in modo multidimensionale: dalle condizioni materiali del viaggio alle reti migratorie, dal ruolo fondamentale delle donne (che spesso passano da figure passive a protagoniste dell’emancipazione familiare) ai processi di integrazione negli USA, tra discriminazione, lotte sindacali e orgoglio identitario. Non mancano riferimenti al razzismo anti-italiano, alla nascita dei primi stereotipi, e al ruolo ambivalente delle organizzazioni etniche.

Storia e storie
La grande storia si intreccia con le piccole storie individuali, che danno al libro un tono profondamente umano. Le vicende dei migranti italiani sono raccontate con rispetto e attenzione, evitando tanto la retorica celebrativa quanto il pietismo. Il risultato è un’opera che commuove, informa e stimola la riflessione su tematiche ancora attuali: migrazione, identità, radici e appartenenza.

“Italiani d’America” è un libro di grande valore storiografico e civile, capace di restituire spessore a una pagina fondamentale della nostra storia nazionale e transnazionale. È anche un contributo prezioso alla storiografia delle migrazioni, che dimostra quanto sia impossibile comprendere l’Italia moderna senza tener conto del suo passato migratorio. Avagliano e Palmieri, forti di una carriera consolidata nello studio della storia contemporanea, firmano una delle opere più complete e accessibili sul tema.
Consigliato a: studiosi, insegnanti, studenti, discendenti di emigrati, appassionati di storia sociale e chiunque voglia comprendere le radici profonde di un fenomeno che continua a definire l’identità italiana nel mondo.