Senza dover per forza richiamare l’articolo 361 del Codice Penale, chi assiste a un reato e non interviene è colpevole tanto quanto chi lo commette. L’episodio avvenuto ieri a Tramonti è di una gravità inaudita. Non siamo di fronte al comune atteggiamento da cafone ma a un vero e proprio comportamento delinquenziale, criminale.
In una società che si definisce civile e in un’area che da un quarto di secolo è riconosciuta quale Patrimonio Mondiale dell’Umanità, non è tollerabile che una persona possa ancora abbandonare rifiuti deturpando l’ambiente. Uno dei luoghi più ammirati e visitati del mondo alla mercè di questi barbari. E’ impensabile, poi, che questo accada nella civilissima e generosa Tramonti, dove le politiche “green” sono al centro dell’azione comunale da vent’anni oramai, esempio di sostenibilità ambientale per tutta la Costiera Amalfitana attraverso le buone pratiche di raccolta differenziata dei rifiuti attraverso sacchetti con tanto di codice personalizzato.
E’ ancora più grave che l’incivile – recidivo peraltro – sorpreso in flagranza dal capo della Polizia Locale, reagisca con smisurata violenza, aggredendolo e mandandolo al Pronto Soccorso. Barbarie. Inammissibile che un pubblico ufficiale, un tutore della legge, nell’espletamento delle sue funzioni a tutela del bene comune, possa subire violenza da un incivile disonesto a piede libero.
Episodi, questi che vanno condannati senza riserve dalle istituzioni e dalla società. Siamo di fronte allo stesso atteggiamento criminale di chi va a incendiare i boschi in piena estate o che sversa rifiuti fognari dalla propria villetta al mare come se fosse “naturale”. Evidentemente c’è ancora tanto da fare per difendere l’ambiente dalla mano dell’uomo.
Impedire che si faccia del male a esseri umani, animali e all’ambiente in una società che voglia definirsi civile dovrebbe essere un imperativo etico. Stare a guardare e lasciare che possano verificarsi soprusi significa far parte della schiera dantesca degli ignavi, che non prendono posizione alcuna di fronte alle responsabilità che la vita pone loro davanti.
Chi riprende con lo smartphone il pestaggio di un ragazzino da parte del branco è riprovevole così come è deprecabile chi assiste a crimini ambientali senza denunciarli. Chi vede un cane chiuso in un’auto con 40 gradi e non interviene è correo. Certo, non è un obbligo, ma una persona che non agisce secondo umanità, che non dà il suo contributo al rispetto delle regole più elementari è la prova più evidente del fallimento della civiltà. Siamo noi i primi tutori della legge, rispettandola e impegnandoci a farla rispettare collaborando con le Forze dell’Ordine. Difendere la nostra Costiera da cafoni e criminali è un imperativo comune.
Esprimiamo da queste pagine – interpreti dei sentimenti dei nostri lettori – solidarietà e vicinanza al comandante della Polizia Locale di Tramonti e Ravello, Moreno Salsano, intervenuto con straordinario senso del dovere.
Siamo sicuri che questo brutto episodio non condizionerà il suo impegno e la dedizione mostrati per il rispetto delle regole e la tutela del bene comune.