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La statua cinquecentesca di San Francesco a Maiori e il Barone Nardo Luca Citarella

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di DONATO SARNO

Sono già alcuni anni che a Maiori è stata lodevolmente ripristinata il 4 ottobre la tradizionale processione – svoltasi anche ieri per le vie cittadine – di San Francesco, a cui storicamente gli abitanti hanno sempre mostrato grande devozione, tanto da aver voluto e difeso la presenza di un convento di Frati Minori, deputati alla cura della annessa chiesa. Oltre alla statua ora portata in processione, realizzata nel XIX secolo, esiste in tale chiesa un’altra statua, assai più antica, risalente a fine Cinquecento. E’ una statua di San Francesco che Lo rappresenta nell’atto di ricevere le sacre stimmate e che tutti conoscono, in quanto è ad ognuno visibile per essere collocata ed esposta in una nicchia costruita sopra il coro ligneo dei Frati e sopra l’altare maggiore, quest’ultimo di recente fortunatamente ricostruito dopo il deprecabile smembramento sofferto nel 1969.

Non tutti però sanno che detta statua ha una storia particolare, che la pone in relazione con un potente gentiluomo originario di Maiori, vissuto nel XVI secolo, del quale invero molti ignorano finanche l’esistenza e sul quale perciò è opportuno soffermarci: il barone Nardo Luca Citarella. Appartenente ad una distinta famiglia e dotato – come ricorda lo storico Matteo Camera – “di genio perspicace ed intelligenza e di una profonda conoscenza degli uomini e delle cose”, Nardo Luca proseguì le attività commerciali paterne con grande successo, accrescendole ed ottenendo ingenti guadagni; quindi , “applicatosi alla scienza del cambio”, divenne a Napoli uno stimato banchiere, tanto da essere definito “il Rotschild del suo tempo”, ottenendo apprezzamenti per la “onoratezza ne’ negoziati” e “per le di lui maniere gentili ed affabili”. Le enormi ricchezze accumulate gli permisero, tra l’altro, di acquistare alcuni feudi in Abruzzo, così da ottenere per sé e per la sua discendenza il titolo nobiliare di barone. Non dimentico comunque del suo paese natale, conservò la forte devozione che – come attestato da frate Giovan Battista di Palo nella sua cronaca manoscritta del 1677 – “la gente di Majori portava a San Francesco e alli suoi frati”. Deceduto a Napoli nel 1586, Nardo Luca Citarella lasciò infatti per testamento la somma di cinquanta ducati affinché fosse realizzata per la chiesa di San Francesco di Maiori una artistica statua del Santo d’Assisi. Con questa somma alcuni anni dopo, mentre era Guardiano Padre Matteo di Cilento, fu costruita e portata nel 1598 la statua che tuttora noi vediamo nella nicchia, sovrastata dalla recente scritta “Laudato sii, mi’ Signore” che ha sostituito la precedente scritta soli Deo honor et gloria” (solo a Dio onore e gloria). Sotto la nicchia furono nel XVIII secolo scolpiti su marmo, ancora esistente, i seguenti versi latini del letterato e gesuita Orazio Torsellino (1545 – 1599), esprimenti poeticamente lo stretto legame tra il Santo e Cristo: “Exue Franciscum tunica laceroque cucullo, qui Franciscus erat jam tibi Christus erit; Francisci exuviis si qua licet indue Christum, jam Franciscus erit qui modo Christus erat” (Spoglia Francesco della tunica e della lacera cocolla, colui che era Francesco sarà per te Cristo; se lecito rivesti Cristo di una delle spoglie di Francesco, sarà già Francesco chi ora era Cristo).

Dal descritto lascito testamentario sono decorsi oltre quattrocento anni, tante vicende si sono susseguite e tante cose sono cambiate, ma quella statua, piamente voluta da Nardo Luca Citarella prima di lasciare questo mondo, venerata da generazioni e generazioni, alla quale si sono rivolti a Maiori gli sguardi e le orazioni dei fedeli nel corso dei secoli, è tuttora presente tra noi e continua, oggi come ieri, a testimoniare il messaggio ed il valore di San Francesco d’Assisi, che, disprezzate le ricchezze e le vanità del mondo, nel 1224, esattamente ottocento anni fa, ricevette il singolare dono delle sacre stimmate e che è diventato grande umiliandosi e facendosi povero ed ultimo secondo i precetti del Vangelo. 

redazione
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