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“La storia della mia vita”, da Ravello un dono per la ricerca

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Immacolata D’Amato, moglie del compianto Gaetano Cioffi, vigile urbano di Ravello, tempo fa ha scritto un breve racconto autobiografico dal titolo “La storia della mia vita” regalandone una copia a tutti i suoi parenti ed amici.

Dalla lettura del racconto emerge il desiderio di fermare nel tempo i ricordi della sua vita portando a conoscenza dei suoi cari le origini della propria famiglia, perchè, come scriveva Wang Shu “perdere il passato significa perdere il futuro”.

Immacolata ha scritto  questo racconto come una sorta di terapia per alleviare il dolore della sua solitudine dopo la scomparsa del marito Gaetano affetto dalla sclerosi laterale amiotrofica (SLA), una malattia rara e  incurabile.

Dopo tante richieste di averne una copia ora questo libro è a disposizione di tutti.

Immacolata,  infatti,  l’ha donato alla Fondazione AriSLA, che è il principale ente non profit che finanzia e promuove l’eccellenza della ricerca scientifica sulla SLA in Italia, affinchè tutti ne possano avere copia e contemporanemente uno stimolo a finanziare la ricerca.

La Fondazione lo pubblicizza sul suo sito, come regalo solidale,  e potrà essere richiesta una copia in formato digitale  con mail a segreteria@arisla.org , a seguito di una libera donazione.

Questo il link di riferimento https://www.arisla.org/sostienici/regali-solidali/la-storia-della-mia-vita/

Chi avrà la fortuna di  leggere questo racconto scoprirà,  nella  Immacolata scrittrice, la capacità  di parlare al cuore della gente. Con questo racconto, rappresenta a parole quel mondo di gioie e di sofferenze e quei percorsi che ciascuno di noi, con le proprie storie personali è chiamato ad attraversare , che nel bene e nel male ci rendono le persone che siamo.

“La sua è una testimonianza di come il dolore e le sue avversità possono portare alla luce una forza straordinaria attraverso l’amore e la determinazione”.

In quelle pagine finali  ho rivisto il percorso di sofferenza e di speranza di Gaetano, di mia sorella Franca, e di tante altre persone che hanno vissuto, insieme ai loro cari,  il calvario di quella malattia ancora oggi sconosciuta e per la quale bisogna sostenere la ricerca al fine di combatterla e sconfiggerla.

Con questo gesto Immacolata ha affermato di aver piantato un seme per chi ha difeso la vita fino all’ultimo!

Un dono solidale è un atto  d’amore verso la ricerca e  la vita.

Abbiate cura ogni giorno di quel bene prezioso che è la vostra vita ed evitate di calpestare quella degli altri.

Nicola Amato

redazione
http://www.quotidianocostiera.it
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