Del libro Naples di S. e A. Fitzgerald si parlerà stamattina alle 10.30 nella Biblioteca Comunale di Amalfi nel IV incontro del Corso “Immagini parlanti. La Costa d’Amalfi nel ‘viaggio pittoresco’ dei secoli XIX – XX”, organizzato dal Centro di Cultura e Storia Amalfitana per gli studenti dell’Istituto scolastico Marini Gioia di Amalfi. L’incontro è aperto al pubblico.
di OLIMPIA GARGANO
I racconti dei viaggiatori che hanno visitato la Costiera Amalfitana nel corso dei secoli sono innumerevoli, pubblicati in ogni lingua e paese del mondo. Difficile ma non impossibile farne un elenco anche incompleto: ci stiamo lavorando, e speriamo di riuscirci in tempi non troppo lontani.
Sono opere molto spesso pregevoli per stile e vivacità della rappresentazione, che anche quando non brillano per originalità ci danno informazioni utilissime per la costruzione di un possibile “archivio storico-letterario” del viaggio in Costa d’Amalfi, che permetta di individuare luoghi di provenienza, destinazioni, stagioni preferite e molto altro.
Per esempio, dai dati ricorrenti emerge che praticamente tutti i viaggiatori stranieri dei secoli scorsi sceglievano di visitare la Costiera dai primi mesi dell’anno fino alla primavera inoltrata, percorrendo sentieri da cui ammiravano meravigliosi panorami in tutta tranquillità, per poi scappare via all’arrivo dei primi caldi estivi. Insomma, una specie di via naturale verso il tanto invocato turismo sostenibile, un dato da cui si potrebbe prendere spunto per migliorare la vivibilità dei luoghi, a tutto vantaggio di residenti e visitatori.
Immagine 1. La copertina di Naples. Painted by Augustine Fitzgerald, described by Sybil Fitzgerald, London 1904
E ora veniamo al libro del giorno. In realtà si tratta di una vera e propria opera d’arte, grazie ai magnifici quadri a colori che accompagnano le descrizioni dei luoghi più celebri della Campania. Pubblicato a Londra nel 1904, Naples è una meraviglia da guardare, prima ancora che da leggere. È un lavoro a quattro mani, anzi di coppia, visto che Sybil (autrice dei testi) e Augustine Fitzgerald (che dipinse le illustrazioni) erano marito e moglie.
Prima di diventare la signora Fitzgerald, Sybil Windham era una cantante d’opera. Nata nel 1868 in Inghilterra, aveva interpretato ruoli da primadonna a Londra e in tutta Europa. A 26 anni debuttò a Broadway nella Iolanthe, una commedia musicale del celebre duo Gilbert and Sullivan. Il critico teatrale che recensì la sua performance scrisse: “Miss Windham, la soprano, è una bella donna con una voce di eccellente qualità. La sua recitazione e il suo aspetto sono stati in ogni momento in pieno accordo con lo spirito del personaggio”. Lei interpretava la parte di Phyllis, “oggetto del desiderio di ogni uomo”. In America incontrò il suo futuro marito, Augustine Fitzgerald. I due si sposarono a Firenze nel 1894: il matrimonio mise fine alla carriera teatrale di lei, ma la sua creatività prese forma di scrittura in questo libro che Augustine arricchì con le bellissime illustrazioni che ritraggono scene di vita, luoghi e panorami da Napoli alla Costiera Amalfitana, di cui Austin colse prospettive del tutto inusuali, come questa veduta su Castiglione dalle scale di Santa Maria Maddalena ad Atrani.
Augustine Fitzgerald detto Austin era nato a New York nel 1862. Le notizie sulla sua vita sarebbero scarse, se non fosse per la fama che circondava sua sorella Caroline, figura centrale nella vita intellettuale americana ed europea. Poetessa e scrittrice, fu la musa ispiratrice del filosofo Bertrand Russell e dello scrittore Henry James, il quale probabilmente pensava a lei quando scrisse il suo famoso romanzo Ritratto di signora. Fu anche amica di Sir James Lacaita, vale a dire il pugliese Giacomo Filippo Lacaita, padre di quel Charles Carmichael che divenne proprietario di Palazzo Rufolo a Ravello. Di Caroline e della famiglia Fitzgerald parla un bel libro di Gottardo Pallastrelli, Ritratto di signora in viaggio. Un’americana cosmopolita nel mondo di Henry James, Donzelli Editore.
Dopo essersi diplomato a Yale, Austin Fitzgerald andò a Parigi per frequentare gli ambienti artistici in cui affinò il suo innato talento di pittore. Qualche anno dopo la nascita dei loro due figli, Austin e Sybil cominciarono ad assecondare una delle loro grandi passioni, il viaggio verso i paesi mediterranei. Fra il 1900 e il 1905 i Fitzgerald visitarono Italia del sud, Spagna e Nordafrica, lasciando i loro due bambini alle cure della zia Caroline. Fu proprio nel corso di questi viaggi che nacquero due splendidi diari di viaggio illustrati, In the track of the Moors (1905), diario pittorico di un lungo itinerario fra Andalusia, Marocco, Algeria e Tunisi, e il volume Naples che presentiamo qui.
Dedicato a Napoli e Campania, Naples contiene 80 illustrazioni, la cui qualità fu esaltata dalla rivoluzionaria tecnica di riproduzione messa a punto da Carl Hentschel con un sistema basato su tre colori, che da lui prese il nome di Hentschel Colourtype Process. È un percorso fra immagini e parole che parte da Napoli e tocca Torre Annunziata, Pompei, Sorrento, Paestum, Ischia, Capri e Costa d’Amalfi.
Poiché risulta difficile scegliere quali itinerari evidenziare nel breve spazio di questo numero della Costiera raccontata, per una volta cediamo all’amor di campanile per soffermarci su Ravello.
Ravello può essere definita il nido d’aquila della penisola. Non conosco alcun altro luogo dove la sensazione di elevato isolamento e quiete sia così duraturo. Dopo il trambusto, il caldo e la polvere delle strade lungo la costa, qui entriamo in un’atmosfera che è al tempo stesso corroborante e piena di pace. Sotto di noi giace il glorioso golfo di Salerno, e sulle nostre teste un regno incantato poggia sulle colline; e com’è delicato e particolare il loro incanto! Per quanto siamo già in alto, più su ancora i burroni continuano a digradare, qua e là sormontati da qualche rovina fatiscente o da uno sperduto villaggio di montagna sulle cui mura bianche il sole brilla di tanto in tanto mentre le nuvole gli si aprono di fronte.
A proposito di campanili, nella visita alle chiese non potevano mancare una descrizione del pulpito del duomo, “un gioiello di inestimabile valore artistico”, e del suo rivale in bellezza, raffigurato nell’immagine che segue.
In tempi in cui non esisteva ancora la riproduzione fotografica digitale, a differenza dei dipinti esposti nei musei le illustrazioni a stampa circolavano insieme con i libri che le contenevano, veicolando più diffusamente le immagini di luoghi che sarebbero entrati nell’immaginario collettivo di lettori di tutto il mondo.