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L’ultimo saluto di Ravello al prof. Salvatore Sorrentino

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di LORENZO IMPERATO

Grande partecipazione ieri pomeriggio nel Duomo di Ravello al rito esequiale del compianto professore Salvatore Sorrentino. Uomo dalle interminabili risorse, costantemente impegnato nel difendere il nome di Ravello e la Sua gloriosa storia. All’arrivo del feretro dal Comune di Ravello, ove era stata giustamente allestita la camera ardente in suo onore, in piazza, una commossa folla, nonostante le intemperie del tempo, gli ha  reso un doveroso omaggio. All’ingresso in Duomo, ad accogliere la bara, le note del brano Gabriel’s oboe, eseguito all’organo dal giovane e  talentuoso Filippo Amato, commistionate perfettamente con quelle del violino, contributo del professore Giovanni Lucibello.

La celebrazione funebre è stata presieduta da Don Raffaele Ferrigno e concelebrata dal parroco Don Angelo Mansi, da Don Peppino Imperarto, da Don Aldo Savo, da Padre Francesco Capobianco e dal vice parroco della Cattedrale di Amalfi, Don Christian Ruocco, ravellese doc, molto legato alla figura del professore Sorrentino. Dopo i riti iniziali con canti pasquali, la famiglia del professore, con grande spirito di fede, ha dimostrato di comprendere appieno il senso della morte per i credenti, chiedendo l’esecuzione di canti “vivaci”, i fedeli si sono messi in ascolto del pensiero omiletico del celebrante. 

Don Raffaele ha evidenziato come in questa società, sempre più lontana da Dio, ci sia bisogno di ribadire i valori cristiani e farli propri vivendo l’esperienza della fede nelle piccole realtà locali. Ha poi sottolineato come il professore Sorrentino sia stato autentico testimone dei valori evangelici attraverso il servizio trasversale a tutte le attività comunitarie. 

Dopo i riti di commiato, prima di congedare la folla, è stata data la parola al sindaco Paolo Vuilleumier, che in poche battute, molto intense, ha ricordato il ruolo fondamentale che il professore Sorrentino ha svolto per la comunità. Ne ha tracciato i tratti salienti del carattere, la sempiterna disponibilità nei riguardi della “cosa pubblica ” e la saggezza che lo portava ad essere stoicamente super partes, tuttavia mai lesinatore di consigli, suggerimenti, ed anche critiche e giudizi, che maturava nella sua dimensione squisitamente privata ed offriva alle varie amministrazioni in carica. Dopo l’intervento del sindaco, la parola è passata all’avvocato Paolo Imperato, ex sindaco, avversario ma al contempo amico di Sorrentino. La sua riflessione si è aperta con un ricordo risalente a nove anni fa, allorquando fu lo stesso professore a strappargli la promessa di un’orazione funebre in suo onore. Da quel giorno, ha proseguito Imperato, dopo un’iniziale titubanza ha tenuto nel cuore questa promessa strappatagli ed in questo triste momento ci ha tenuto a realizzarla. Poi, in qualità di sindaco emerito, ha dato lettura del bellissimo pensiero scritto in collaborazione con altri due ex primi cittadini: l’avvocato Salvatore Di Martino e il dottor Secondo Amalfitano. In questo contributo si riassume l’immenso e spassionato impegno che, dapprima da sindaco, poi da dispensatore di consigli, il professore Sorrentino ha saputo profondere per il bene comune: dalla riorganizzazione dell’assetto comunale, con conseguente aumento di stipendio per i dipendenti comunali, fino alle più significative opere pubbliche a beneficio della Città della musica, compresa la dimensione più intimamente familiare, che lo vedeva amorevole genitore e severa guida, quella scolastica e la sua proverbiale attenzione per i giovani quando era insegnante di francese all’istituto professionale.

La salma, al termine degli interventi previsti, ha raggiunto il sagrato del Duomo, accompagnata dall’inno Ravelli pignus optimum, simbolo di appartenenza dei ravellesi al proprio paese, particolarmente caro al defunto, in quanto, da sindaco ha molte volte vissuto da protagonista il momento dell’esposizione del santo il 26 luglio, come ha ricordato Don  Angelo.

Raggiunto il sagrato, con il suono del Silenzio, la bara si è avviata verso il luogo del riposo eterno, mentre negli occhi dei presenti, intrisi di lacrime, rimane vivo l’esempio di un grande ravellese!

redazione
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