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Maiori, medico e falso testamento: eredi anziana ricorrono in appello

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Furono accusati dalla procura di Salerno di aver circuito un’anziana donna per intascare l’eredità. Al centro dell’inchiesta un testamento ritenuto falsificato dai familiari della nonnina di Maiori. In primo grado i quattro indagati furono assolti (il fatto non sussiste) ma ora gli altri eredi ricorrono in Corte d’Appello. A darne notizia è il quotidiano Il Mattino di oggi (edizione di Salerno) con un articolo di fondo a pagina 24 a firma di Carmine Pecoraro secondo cui i giudici di secondo grado, nel corso dell’ultima udienza, hanno nominato un perito di ufficio per la rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale limitatamente alla perizia medica depositata dagli indagati durante le indagini. Per il resto, la Corte di Appello non ha ritenuto necessaria la rinnovazione dell’istruttoria relativamente alle dichiarazioni rese dalle persone informate dei fatti, confermando l’intero compendio probatorio acquisito nel corso delle indagini.

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Lucio Basco, Francesco Matrone e Giulia Verdoliva. Le parti civili sono invece assistite dall’avvocato Vincenzo Rispoli. A processo sono un noto medico di Maiori, un notaio di Angri e due persone dipendenti di quest’ultima (si tratta di una donna), che avrebbero testimoniato il falso. Il medico è imputato per circonvenzione di incapace, appropriazione indebita oltre che per falso in atto pubblico in concorso con il notaio. I due testimoni dell’atto sono invece imputati per favoreggiamento.

Le indagini partirono dalla denuncia sporta dalla nipote della defunta. Secondo l’impianto accusatorio i due notai, ai quali era stato in precedenza chiesto dal medico di redigere il testamento dell’anziana a suo favore, dopo aver fatto visita alla signora, si erano rifiutati di raccogliere le sue volontà testamentarie. Così il medico si rivolse al notaio che, invece, accettò. La professionista il 16 luglio del 2015 avrebbe attestato falsamente di aver ricevuto le ultime volontà dell’anziana. Anziana che, secondo quanto raccontato dalla sua badante, oltre che dalla domestica, era da tempo cieco, immobile, spesso assente e incapace a tenere qualsiasi oggetto tra le mani. Ma non solo. Secondo quanto testimoniato proprio dalla badante dell’anziana, il notaio e i suoi testimoni non sarebbero mai andati a casa della signora perché lei dalle 20 alle 21 del 16 luglio del 2015 era presente in casa e la sua assistita non aveva ricevuto alcuna visita mentre l’atto risulta stipulato alle 20.10 di quel giorno. Anche la descrizione fatta della casa dal notaio per gli investigatori sarebbe falsa. Tra notaio e medico, nel periodo in cui avrebbero dovuto essere insieme a casa della donna, ci sarebbe stata una «telefonata» poi rintracciata attraverso i tabulati e non giustificata dai due indagati.

Fonte: Il Mattino

redazione
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