(ANTEPRIMA) Furono rinviati a giudizio nel 2017 per sversamento di liquami in mare dopo che la Procura della Repubblica sequestrò, nel febbraio del 2016, l’impianto di depurazione delle acque di Praiano Dopo cinque anni di strascichi giudiziari si è concluso il processo per gli ex sindaci Giovanni Di Martino e Gennaro Amendola, dell’ex presidente dell’Ausino, Matilde Milite, dei dirigenti e tecnici Giuseppe Vitagliano, Domenico Bevilacqua, Iolanda Giuliano e Francesco Vaccaro.
Al centro dell’inchiesta della Procura, che portò al sequestro della maggior parte degli impianti della Costiera, il cattivo funzionamento degli impianti, il più delle volte non idonei, vere e proprie vasche di decantazione, con conseguente sversamento dei rifiuti direttamente a mare.
All’attenzione degli inquirenti, coordinati dal procuratore dell’epoca Corrado Lembo e dal comandante la Capitaneria di Porto di Salerno, il corretto funzionamento dei depuratori ma anche il rischio per la salute pubblica. “Omettendo consapevolmente di procedere al trattamento delle acque provenienti dagli impianti di trattamento dei reflui urbani siti in Praiano in Località Vettica Maggiore e in Via Roma, determinavano lo scarico di acque reflue fognarie nel mare, di colore torbido, maleodoranti e non conformi ai parametri previsti” questa l’accusa.
Con la sentenza pubblicata in data odierna, la seconda sezione penale del Tribunale di Salerno, in composizione collegiale composta dal dottor Paolo Valiante (presidente), giudici le dottoresse Maria Lamberti e Rosaria de Lucia, ha assolto gli imputati dai delitti a loro rispettivamente ascritti perché il fatto non sussiste.
Nel collegio difensivo gli avvocati Pasquale Buonocore, Roberto Guerino, Roberto Lanzi, Riccardo Cafaro Felice Lentini e Giovanni Torre.