A Minori resta interrotto l’iter del progetto di finanza per la realizzazione della nuova strada interna di collegamento alla strada statale 163 “Amalfitana” con annessi 162 box auto pertinenziali e 42 posti auto pubblici interrati per l’importo complessivo di 13 milioni di euro.
Nella spinosa controversia tra i proprietari dei terreni in cui è immaginata l’opera e il Comune di Minori, il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania, sezione staccata di Salerno (Seconda), con ordinanza collegiale n. 3213 del 28 novembre scorso (presidente Nicola Durante, referendario Gaetana Morena, referendario estensore Manuela Bucca) ha ritenuto utile, ai fini della decisione, “ordinare al Comune di Minori di produrre una relazione di chiarimenti”.
Non essendo ritenuta sufficiente la relazione tecnica depositata lo scorso 15 ottobre, ne viene richiesta una più completa, “corredata – si legge dall’ordinanza – della pertinente documentazione sugli sviluppi della procedura”, avviata, da ultimo “con determinazione n. 3 del 26 febbraio 2019, finalizzata all’affidamento in finanza di progetto del contratto di concessione afferente la progettazione esecutiva, l’esecuzione e la gestione della strada di collegamento della viabilità interna con la Statale 163 ‘Amalfitana’ al chilometro 32,500 e relativi parcheggi pubblici e pertinenziali”.
La documentazione richiesta dovrà essere fornita entro 45 giorni con i giudici del Tribunale amministrativo che hanno e fissato l’udienza straordinaria per il 24 marzo 2023.
Il ricorso, integrato da motivi aggiunti, era stato presentato da Carmela D’Amato (quest’ultima scomparsa di recente), Paola Della Pietra, Maria Consiglio Gambardella, Francesco e Raffaele Mormile, rappresentati e difesi dall’avvocato Marcello Fortunato di Salerno, avverso il Comune di Minori, nella persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall’avvocato Lorenzo Lentini di Salerno.
E dire che l’Amministrazione comunale di Minori che ha creduto fermamente in questo progetto era riuscita finanche ad assegnare le pertinenze dei box progettati (222 in tutto, per una superficie pari a 16,50 metri quadrati ciascuno per un prezzo di 66mila euro) incassando una caparra da 3mila euro cadauno. Il contratto prevedeva – nel caso di mancata attivazione della procedura ad evidenza pubblica di finanza di progetto entro il 30 settembre 2020 – la restituzione degli importi versati a cura dell’Amministrazione senza alcun interesse. Sono trascorsi 26 mesi esatti da quella scadenza e sembra che non tutti abbiano visto – come previsto – la restituzione degli importi versati.