di EMILIANO AMATO
Ci vorranno sessanta giorni per ottenere i risultati dell’esame autoptico eseguito sul corpo di Adrienne Vaughan, la turista 45enne morta nella collisione del 3 agosto scorso a largo del fiordo di Furore, tra il gozzo guidato dallo skipper Elio Persico e il veliero Tortuga. E’ il tempo che ha preso il medico legale incaricato dalla procura che mercoledì pomeriggio, presso l’obitorio dell’ospedale “Fucito” di Mercato San Severino, ha effettuato l’autopsia. Ora la salma della professionista newyorkese potrà essere rimpatriata negli Stati Uniti.
Come avevamo anticipato, sul corpo della donna erano evidenti le profonde ferite, specie alla nuca, provocate da un’elica in moto, verosimilmente quella dello scafo del natante sul quale si trovava. Al momento dell’impatto la donna era a prua, distesa sul prendisole. L’urto l’ha sbalzata violentemente in mare.
Sale a tre il numero degli indagati per i reati di omicidio e naufragio colposi: oltre allo skipper del gozzo Aprea, Elio Persico, anche i suoi due datori di lavoro, i titolari della società di noleggio barche di Massa Lubrense Daily Luxury Boat srl, Beniamino Mellino e Rosa Caputo.
Tra i consulenti della procura vi è anche l’ingegnere professor Antonio Scamardella già consulente tecnico della Procura di Grosseto per l’indagine sul naufragio all’isola del Giglio della Costa Concordia.
Anche se agli inquirenti la dinamica del sinistro sembra abbastanza chiara, al pull di periti il compito di stabilire le rotte delle due imbarcazioni, attraverso i dati forniti dalle apparecchiature del veliero e del natante.