I lavoratori stagionali della Costiera Amalfitana tornano a mobilitarsi per dire “no” al taglio della NASpI, l’indennità mensile di disoccupazione.
Dopo la pesantissima stagione lavorativa, con picchi di lavoro mai raggiunti prima, a poche settimane dall’insediamento del nuovo governo, un’altra scure rischia di abbattersi sulla testa degli stagionali..
Il governo Meloni, infatti, ha iniziato a discutere di un dimezzamento della NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego).
Vorrà dire che per l’industria del turismo, la principale in Costiera Amalfitana, oltre ai sette mesi di duro lavoro, in cui ogni forma di vita privata è annullata dai ritmi lavorativi, resta lo stato di totale abbandono. Insomma, a sette mesi di lavoro corrisponderebbero, al più, circa due mesi di sussidio di disoccupazione.
Il tutto nel bel mezzo di una forte crisi energetica e economica causata da una inutile guerra che si sta combattendo tutta all’interno dello stesso blocco di potere.
Il mondo del sindacalismo di base, la Flaica Cub e l’Anls, sciopereranno il prossimo 2 dicembre*.
Intanto questa sera, a partire dalle 17.00, online sulla piattaforma “Zoom”, si svolgerà un’assemblea pubblica cui sono invitati a partecipare tutti i lavoratori e inoccupati della Costiera, promossa dal coordinamento dei Lavoratori Stagionali della Costa d’Amalfi, su iniziativa dell’attivista Stanislao Balzamo.
il link, attivo dalle 16.45, per accedere alla riunione è: https://us02web.zoom.us/j/6177011807
«La logica del governo è chiara: forza lavoro intesa come pura merce da utilizzare a proprio uso e consumo; matrice capitalistica in ambito economico e costante riduzione di diritti civili conquistati con la lotta» spiega Stanislao Balzamo.
*SCIOPERO GENERALE IL 2 DICEMBRE
PER:
Introduzione per legge del salario minimo di 12 euro l’ora.
Cancellazione degli aumenti delle tariffe dei servizi ed energia, congelamento dei prezzi, incameramento degli extra-ricavi maturati dalle imprese petrolifere, di gas e carburanti.
Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.
Blocco delle spese militari e dell’invio di armi in Ucraina, nonché investimenti economici per la scuola, per la sanità pubblica, per i trasporti, per il salario garantito a disoccupati e sottoccupati.
Rilancio di un nuovo piano strutturale di edilizia residenziale pubblica che preveda anche il riuso del patrimonio pubblico attualmente in disuso, a beneficio dei settori popolari e dei lavoratori.
Fermare le stragi di lavoratori, introdurre il reato di omicidio sul lavoro.
Fermare la controriforma della scuola e cancellare l’alternanza scuola-lavoro
L’aumento delle risorse a favore dell’autodeterminazione, la tutela della salute delle donne e per combattere discriminazioni, oppressione nel lavoro, nella famiglia e nella società.
CONTRO:
Le privatizzazioni e il sistema di appalti/subappalti rafforzati dal DDL Concorrenza, che attaccano gli interessi collettivi a vantaggio di imprese e speculatori.
L’Autonomia Differenziata che disgrega il paese e allarga le differenze sociali tra territori.
La guerra e l’economia di guerra, vera sciagura umana e sociale per i popoli ed i lavoratori.
L’attacco reazionario del governo Meloni ai diritti e alle agibilità democratiche, alla criminalizzazione dei migranti e all’ulteriore inasprimento della repressione del conflitto sociale e sindacale, con l’introduzione del reato di occupazione abusiva e raduni illegali”.
L’ulteriore taglio della Naspi e per un lavoro stabile, garantito e tutelato.