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Amalfi

Notte di San Giovanni… la più magica dell’anno

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di Gabriele Cavaliere

Sembrerebbe che la notte tra il 23 e 24 giugno le “Janare”, le streghe nostrane, seguaci della dea Diana (da cui in nome originario dianare), nude, a cavallo di rami di noce, convergessero da ogni dove – anche dalle marine di Conca dei Marini e di Praia – al “Noce di Benevento”, che sorgeva a circa due miglia dalla città, non distante dalla riva meridionale del fiume Sabato. 
In quel punto, insieme a maghi e sciamani, al cospetto del diavolo, che in quell’occasione assumeva le sembianza di un caprone, veniva celebrato il sabba, l’orgia sfrenata che durava fino al mattino seguente.

Quella Notte era (ed è) anche la notte designata alla raccolta delle erbe e delle bacche selvatiche che occorrono per la preparazione di filtri magici ed incantesimi.

La Chiesa Cattolica Romana nel tentativo di sradicare tali credenze istituì la festa di San Giovanni Battista, nemico del Diavolo per antonomasia. I risultati, tuttavia, non furono quelli auspicati.

Le erbe continuano ad essere raccolte. Le noci, in particolare.Che serviranno per la preparazione del 

LIQUORE DI NOCI
Cominciamo col dire che il Nocillo non è solo un liquore ma un vero e proprio elisir di benessere. 
In molti usano ancora chiamarlo  ” ‘a merecina”, la medicina, e il merito va all’alto contenuto di tannini e oli essenziali che lo rendono un ottimo digestivo, gli donano proprietà toniche e antiinfiammatorie, e depurative per il fegato… e questo è il motivo per il quale le noci nell’antichità erano considerati frutti “apotropaici”, cioè, capaci di allontanare gli influssi maligni! 

In epoca romana, in occasione della cerimonia nuziale, i novelli sposi regalavano agli invitati delle noci, antesignane dei confetti. Quando nasceva una bambina, poi, il papà coltivava un noce, il cui legno sarebbe servito a fabbricare il futuro talamo nuziale della piccola. 
Nel corso del Medioevo il noce cambiò veste, divenendo appannaggio del demonio e delle “Janare”. E ci fu la reazione cristiana… ma questo già lo abbiamo detto!

La preparazione del liquore di noci segue un rigido cerimoniale.

Le noci devono essere verdi, cioè ancora acerbe, così tenere da poterle trapassare con uno spillo.

Devono essere raccolte da una donna, la stessa che preparerà il liquore, la notte di San Giovanni.

Devono essere sempre in numero dispari, bisogna tagliale in quattro parti e metterle in infusione ancora bagnate di rugiada!

I frutti devono restare in alcool per quaranta giorni: dal giorno di San Giovanni Battista a quello della Madonna degli Angeli…​

La ricetta del liquore di nocicompresa l’antica variante di Tramonti, che prevede l’infusione delle noci nel vino, la trovate nel libro Q.B. Storia d’amore e di sapore dalla Costa d’Amalfi…

Altra tradizione legata alla notte di San Giovanni è quella de

‘O TRAV’E FUOCO

Pare che nella notte tra il 23 e il 24, dal cielo precipiti in mare un misterioso trave infuocato che miracolosamente farebbeinnalzare la temperatura dell’acqua, dando il via, per gli abitanti della Costa, alla stagione balneare. Prima di quella data, infatti, ai bimbi non era permesso di andare oltre la linea della battigia. Una vera e propria sofferenza, assodato che il caldo estivo in Costiera esplode ben prima del 24 giugno, ma una prudenza necessaria, in un’epoca in cui un raffreddore poteva facilmente aggravarsi bronchite e questa degenerare in polmonite. 

Ad Amalfi, questa credenza veniva consacrata da un rito che svolgeva “Nicola ‘e camerini”, al secolo Nicola Esposito, gestore del più antico stabilimento balneare del paese. Nicola sulla Marina Grande di Amalfi dava fuoco ad un tronco d’albero e lo lanciava in mare tra la folla festante….

Un ultimo rito, legato a quella notte magica era il cosiddetto 

L’UOVO DEL DESTINO

Pare che le ragazze da marito usassero versare l’albume di un uovo in un bicchiere che veniva lasciato fuori casa, sul davanzale della finestra, per tutta la notte. Al mattino, dalla forma assunta dall’albume (che grazie alla bassa temperatura notturna veniva ad addensarsi) la ragazza poteva trarre auspici sul proprio futuro amoroso. Se avesse trovato la chiara d’uovo coperta da bollicine voleva dire che un marito era in arrivo. Diversamente, non le restava che aspettare l’anno successivo!

redazione
http://www.quotidianocostiera.it
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