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Papa Leone XIV: la Pace disarmata e disarmante

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di PADRE ENZO FORTUNATO

“La pace sia con tutti voi”. Con queste parole, Leone XIV ha salutato la folla di oltre 100.000 fedeli riuniti in Piazza San Pietro. “Questo è il primo saluto del Cristo Risorto, il buon pastore che ha dato la vita per il gregge di Dio”, ha proseguito, con voce commossa. Una commozione che ha subito coinvolto il popolo orfano di Francesco e che ha immediatamente ritrovato una connessione con il nuovo Papa. L’incipit sulla pace è fortissimo e già indimenticabile: “Questa è la pace di Cristo risorto, una pace disarmante e disarmata, umile e perseverante. Proviene da Dio che ci ama tutti incondizionatamente”. Eletto 267° Pontefice della Chiesa cattolica, il cardinale statunitense Robert Francis Prevost è il primo Papa nordamericano della storia, un agostiniano con un cuore latino, forgiato da decenni di missione in Perù. La sua elezione al quarto scrutinio testimonia una convergenza rapida e decisa da parte del Collegio cardinalizio. E la scelta del nome Leone XIV non è casuale. Richiama Leone XIII, il “Papa sociale” che nel 1891 pubblicò l’enciclica “Rerum Novarum”, affrontando la questione operaia e segnando l’ingresso della Chiesa nel dibattito sociopolitico moderno. Un omaggio che indica esplicitamente la volontà di proseguire nel solco delle riforme avviate da Papa Francesco, mantenendo una Chiesa vicina ai poveri e attenta alle periferie.


Nel suo discorso, che il Santo Padre ha per gran parte letto, Leone XIV ha espresso gratitudine al suo predecessore, accolto dalla folla con un lungo applauso. “Aiutateci anche voi a costruire i ponti con il dialogo e con l’incontro, per essere un solo popolo, per essere in pace”, ha detto, ribadendo l’importanza di una Chiesa che promuove l’incontro e la comprensione reciproca. La costruzione di ponti sotto il segno del dialogo è segno di una grande continuità con il pontificato di Papa Francesco e di una Chiesa che vuole essere vicina alle periferie esistenziali e sociali del mondo. In un’epoca segnata da conflitti e divisioni, Leone XIV si presenta come un costruttore di ponti, un pastore che invita tutti a disarmare i cuori e a promuovere una cultura dell’incontro. Il suo pontificato si apre con un messaggio chiaro: la pace è possibile, se ciascuno di noi si impegna a costruirla ogni giorno.


Nel suo primo discorso, Leone XIV ha rivolto un pensiero particolare alla Vergine Maria, invitando i fedeli a recitare insieme l’Ave Maria. Un gesto semplice e insieme simbolico, che ha evocato la profonda devozione mariana che ha caratterizzato molti dei suoi predecessori, in particolare Leone XIII, noto per le sue encicliche dedicate al Rosario e alla Madonna.
Leone XIII, infatti, nella sua enciclica Magnae Dei Matris, sottolineava l’importanza della preghiera mariana. Egli affermava che “quando con la preghiera ci rivolgiamo a Maria, è alla Madre di Misericordia che ci rivolgiamo, a colei che è così benevola verso di noi che, in qualsiasi necessità ci troviamo, specialmente se è in gioco la salvezza dell’anima, è sempre pronta, anche prima di essere invocata, ad attingere per noi dal tesoro di quella grazia” .
Il richiamo di Leone XIV alla Madonna non è quindi solo un atto di devozione personale, ma un invito a tutta la Chiesa a riscoprire la forza della preghiera mariana come via di pace e di unità.
Infine il richiamo a “non avere paura”. Parole che ricordano quelle già pronunciate da San Giovanni Paolo II nel suo discorso inaugurale del 1978 e che risuonano oggi con rinnovata forza. Un messaggio di speranza: la paura non deve paralizzarci, ma spingerci a cercare il bene, a costruire ponti, a promuovere la pace. E oggi a San Pietro si è accesa una nuova luce sull’umanità tutta. L’augurio è che sulla linea di Francesco, Leone XIV porti ancora più avanti quei processi che la Chiesa ha messo in atto. E che con nuovo vigore si rimetta in cammino verso gli ultimi, verso chi soffre portando il messaggio e la testimonianza del Cristo Risorto. “La pace sia con tutti voi”.

redazione
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