Riceviamo e pubblichiamo lettera a firma del consigliere comunale di Minori Paolo Russo che interviene sulla situazione traffico, mobilità e trasporto pubblico in Costiera Amalfitana. Per Russo la soluzione possibile è il potenziamento del servizio pubblico. Segue testo integrale della lettera.
L’estate che si avvia a terminare non ha alleviato, nonostante alcuni utili provvedimenti, quello che resta il problema principale della Costa d’Amalfi, la mobilità. Un problema tanto grave da pregiudicare non soltanto la qualità dell’offerta turistica ma persino la possibilità di fruizione di servizi primari, come la sanità e l’istruzione. Sul tema, sono apprezzabili le iniziative della Regione attraverso Acamir, del Distretto Turistico, nonché i provvedimenti limitativi del traffico, nessuno dei quali, tuttavia, sembra cogliere il nodo di fondo della questione. Nessun allargamento della sede stradale, nessuna galleria, nessun contingentamento veicolare, infatti, si rivelerà risolutivo se non si addiviene a una scelta radicale: più mezzi pubblici in circolazione perché circolino meno veicoli privati. Intendendo per mezzi pubblici da un lato quelli via mare (che stanno prendendo piede ma, ahimè, solo in chiave turistica, limitatamente perciò ai mesi estivi e con orari inaccessibili a chi si sposta per lavoro), e parimenti quelli via terra, cioè gli autobus del servizio di linea, tutt’oggi clamorosamente insufficienti alle esigenze di un territorio che reclama a ragione un trasporto pubblico degno di questo nome. Come si è visto, non basta una modesta implementazione dei bus Sita a garantire spostamenti dignitosi agli studenti, ai pendolari, ma anche ai tanti visitatori che andrebbero scoraggiati dall’uso dell’auto privata proprio attraverso un poderoso incremento del servizio pubblico. Senza azzardare accuse, non si può tuttavia non rilevare come la pluridecennale gestione Sita si dimostri a questo punto poco efficiente per l’utenza, sempre più sballottata fra corse insufficienti, orari inadeguati, intasamenti di capienza e attese inaccettabili e non di rado inutili. Altrove (valga l’esempio delle Cinque Terre in Liguria) la mobilità privata viene contenuta, più che con limitazioni che poi si riesce a controllare poco, con un’offerta pubblica che rende tale opzione più comoda, più funzionale e più economica per gli utenti, portati a scegliere autonomamente di rinunciare all’auto privata a vantaggio del trasporto pubblico. Nel quale vanno ricompresi, per giungere davvero a ridurre la mobilità su strada, sia l’incremento delle vie del mare che l’introduzione di vettori meccanici e funivie. Va considerato altresì che meno circolazione privata equivale a minore necessità di parcheggi e maggior tutela del territorio e dell’ambiente. E’ un tema che postula da un lato investimenti cospicui, dall’altro un’inversione del paradigma culturale che ha trasformato l’automobile da strumento di maggiore libertà in una sorta di schiavitù volontaria. Attenzione però: efficientare il trasporto pubblico non implica trascurare (peggiorandola) la viabilità stradale, non vanno tolte risorse all’una per trasferirle all’altro (anche perché sono risorse quasi sempre vincolate). Va respinto perciò il superficiale assunto per cui migliorare la percorribilità stradale equivale a incrementare la circolazione privata: quest’ultima imperversa unicamente perché non ha una alternativa all’altezza. Insomma, alla domanda di un turista “E’ possibile venire in costiera con l’auto?” c’è da augurarsi che l’agenzia o l’albergo possano un giorno rispondere: “E’ possibile, ma fortemente sconsigliato. C’è invece un sistema di piccoli bus a rotazione, van di linea, di traghetti, di collegamenti via fune. Scelga di spostarsi così, e di non trascorrere la sua vacanza asserragliato in macchina”. E’ un giorno ancora lontano?
Paolo Russo