Il gruppo consiliare di minoranza “Su per Positano”, rappresentato da Gabriella Guida, Vito Mascolo, Elena Mascolo e Giorgia Cuccaro, ha presentato un’interrogazione formale all’assessore alla Comunicazione, Margherita Di Gennaro, sollevando forti critiche sulla gestione della comunicazione istituzionale da parte dell’Amministrazione Comunale, guidata dal Sindaco Giuseppe Guida.
Nel mirino dell’interrogazione, non solo la mancata traduzione in inglese del sito istituzionale, ma soprattutto il recente accordo di pubblicità istituzionale stipulato con la testata “Positano News”, definita nel comunicato «notoriamente vicina alle posizioni dell’attuale maggioranza».
Secondo il gruppo, tale accordo rappresenterebbe una violazione dei principi di trasparenza e imparzialità sanciti dalla Legge 150/2000.
Durante il Consiglio Comunale svolto ieri, lunedì 28 aprile, l’assessore Di Gennaro avrebbe risposto con «un lungo discorso vago e privo di contenuti concreti», evitando di fornire risposte puntuali alle domande sollevate.

L’opposizione ha evidenziato come la collaborazione economica con “Positano News” si protragga da oltre 15 anni, con continui pagamenti pubblici a fronte, secondo la minoranza, di «un’informazione compiacente e priva di reale spirito critico nei confronti dell’Amministrazione». Il comunicato riporta una lunga lista di importi versati tra il 2011 e il 2020, per poi proseguire, a partire dal 2020, tramite la società Sirenum Land.
Il gruppo consiliare sottolinea anche che la stessa Sirenum Land ha ricoperto il ruolo di ufficio stampa del Comune, incarico ritenuto illegittimo e oggetto di una segnalazione alla Corte dei Conti per sospetto danno erariale.
«A seguito della nostra denuncia, tali pagamenti sono stati sospesi», si legge nel comunicato. Tuttavia, «continua l’acquisto di spazi pubblicitari sul sito Positano News, al prezzo di 700 euro al mese più IVA, finanziati con fondi pubblici».
Per il gruppo d’opposizione «è evidente che, a Positano, la stampa locale si è trasformata in uno strumento di propaganda pagato con i soldi dei cittadini», rinunciando al suo compito naturale di «informare, indagare, porre domande difficili a supporto dell’interesse del pubblico, senza alcuna manipolazione da parte di persone, organizzazioni e interessi». Al contrario, «vincono l’elogio a pagamento e la critica a comando per chi non paga».
Che si tratti di propaganda mascherata da comunicazione istituzionale o di legittimo sostegno all’informazione territoriale, sarà ora compito degli organi di controllo valutare se i fondi pubblici vengano davvero impiegati nell’interesse comune o se siano finiti al servizio di pochi.