Non era quello il luogo e la circostanza in cui dovevano ritrovarsi. A Praiano i ragazzi della Costiera questa mattina hanno tributato l’ultimo saluto all’amico, il compagno di classe, Gianbattista Cavaliere, vittima di un tragico incidente stradale sull’”Amalfitana” nella notte tra domenica e lunedì scorso. Ma c’era un’intera comunità, quella praianese, nella chiesa di San Gennaro che non ce l’ha fatta a contenere tutti. In molti hanno seguito la funzione religiosa dalla piazza. Gli occhi colmi di lacrime dei compagni della 2 B del Liceo Scientifico Marini-Gioia, dei compagni di squadra della Pietro Villani, all’uscita della bara dalla chiesa di San Gennaro, portata a spalla dagli amici, mentre palloncini bianchi si alzavano verso il cielo, per l’ultimo, commosso saluto a quel giovane ricordato da tutti per la sua gioia di vivere, il sorriso contagioso e la grande generosità d’animo.
L’omelia del parroco
Durante la celebrazione, il parroco don Nicola Avitabile ha pronunciato parole cariche di dolore ma anche di speranza, cercando di offrire conforto a una comunità sconvolta e alla famiglia di Gianbattista. «Il dolore e lo smarrimento sono tanto grandi che sembrano sovrastare la speranza. Ma una cosa resta in piedi, ed è l’amore. È l’amore che ci lega, che non si spezza neanche davanti alla morte. Gianbattista vivrà nei nostri cuori, nei nostri sogni, nei ricordi di chi l’ha amato e continuerà a farlo» ha detto don Nicola nella sua omelia sottolineando il valore della fede come strumento per attraversare il dolore. «Non possiamo, non dobbiamo sfuggire al dolore – ha spiegato il parroco – ma dobbiamo affrontarlo insieme, come comunità. È nella condivisione del peso che troviamo la forza di andare avanti» Con un riferimento al Vangelo, Don Nicola ha invitato i giovani a guardare oltre la sofferenza per scoprire il senso profondo della vita, fatto di relazioni, amore e speranza.
Le parole degli amici: «Vivrai sempre con noi»
La commozione è esplosa quando gli amici di Gianbattista hanno letto una lettera indirizzata a lui. «Te ne sei andato così: senza averci salutato. Oggi siamo tutti qui, guarda quanta gente che ti vuole bene», hanno ricordato, raccontato i momenti felici trascorsi insieme, le partite di calcio in piazza, le risate condivise. «Adesso impara agli angeli come alzare i pesi in palestra e come fare più di cento palleggi», e ancora: «Da lassù proteggi i tuoi amici, ma soprattutto la tua famiglia che ti vuole un mondo di bene». Una testimonianza struggente di quanto Gianbattista fosse amato e di quanto la sua assenza sarà difficile da colmare.
Il discorso della Sindaca
Anche la sindaca di Praiano, Anna Maria Caso, ha offerto il suo contributo cercando di tramutare il dolore collettivo in un’occasione di riflessione. «Gianbattista è diventato figlio, fratello, nipote, amico di ciascuno di noi», ha detto.
La sindaca ha evidenziato l’importanza di costruire fiducia e speranza nelle giovani generazioni, riflettendo su come eventi tragici come questo possano rappresentare un richiamo per tutta la comunità.
«Dobbiamo essere al servizio dei nostri giovani, trasmettere loro fiducia e costruire un futuro insieme» ha ribadito.
Un dolore che unisce
La morte di Gianbattista ha lasciato un vuoto incolmabile, ma ha anche mostrato la forza della comunità di Praiano, capace di stringersi intorno alla famiglia del giovane con affetto e solidarietà. Mamma Assunta, papà Marco e il fratello Francesco sono stati abbracciati dall’intera comunità, che ha promesso loro vicinanza e sostegno in questo momento drammatico.
Un arrivederci, non un addio
Al termine della cerimonia, gli occhi erano tutti rivolti al cielo, dove Gianbattista continuerà a vivere nei cuori di chi l’ha conosciuto. «Aspettaci con Gesù in Paradiso» ha concluso don Nicola. E, mentre il suono della campana accompagnava l’uscita del feretro, la comunità si è unita in un ultimo, commosso saluto al “ragazzo d’oro” come è stato definito più volte durante la cerimonia.
Praiano piange Gianbattista, ma nel suo ricordo troverà la forza per andare avanti, guidata dall’amore e dalla speranza che lui stesso ha saputo seminare nei cuori di tutti.