di SALVATORE ACETO
Fare agricoltura in Costiera Amalfitana è veramente difficile. Appare addirittura improduttiva, ma con tanti piccoli accorgimenti, ausili e opere di non grande effetto si potrebbe fare tanto di buono.
Per effetto del cambiamento climatico e della globalizzazione anche i nostri terreni e le piantagioni sono sempre più esposti a intromissioni (il più delle volte negative) di carattere patogeno, fungine, di parassiti, virus ed insetti mai visti prima.
Una volta l’agricoltura era fatta di saperi ed esperienze maturati sul campo e tramandati di padre in figlio.
Oggi non è più così, nè lo può essere.


Per quanto attiene il comparto Limonicolo, tenuto conto dell’estrema atomizzazione e parcellizzazione delle proprietà terriere, tra le diverse soluzioni che l’Istituto di Controllo e Valorizzazione locale dovrebbe mettere in campo vi potrebbero essere:
– creare un laboratorio di tecnici agrari con l’ausilio e sotto l’egida del Mi.P.A.F. per monitorare, controllare e soprattutto consigliare i limonicoltori su quali interventi fare, come e quando;
– Creare un magazzino: in pratica come un gruppo d’acquisto dei prodotti fitosanitari o collegarsi con farmacie fitosanitarie agricole di fiducia affinché si potesse avere disponibilità dei prodotti giusti da usare e spuntare prezzi vantaggiosi per i contadini.
Non è certo, questo, il momento di polemizzare, né per dimostrare chi è più bravo, né un j’accuse, ma una sollecitazione verso istituzioni e Consorzi che hanno deleghe, mezzi finanziari e possibilità che i singoli non hanno.
Piccole azioni che potrebbero quantomeno calmierare l’abbandono delle colture e alleviare la tristezza nel vedere intere colline abbandonate.