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Quando gli americani scoprirono l’Italia. Adam Johnstone’s Son, il primo “fotoromanzo letterario” ambientato in Costa d’Amalfi (1895)

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In 1895, The Illustrated London News published Adam Johnstone’s Son, by the American writer Francis Marion Crawford, which is probably the first example of illustrated novel  set in the Amalfi area.

di OLIMPIA GARGANO

Nel 1895, The Illustrated London News pubblicava a puntate un nuovo romanzo di Francis Marion Crawford, lo scrittore che portò in America le immagini dell’Italia e in particolare della Costiera, con quello che è probabilmente il primo esempio di narrativa illustrata ambientata fra Amalfi e dintorni.

Il legame fra F. Marion Crawford e l’Italia doveva essere scritto nelle stelle, visto che il caso lo fece nascere a  Bagni di Lucca, dove suo padre, scultore, si trovava nel 1854 per i suoi studi sull’arte classica. L’italiano fu la prima delle tante lingue straniere che il giovane Crawford apprese nel corso della sua vita. Secondo i suoi biografi, poteva conversare agevolmente in una quindicina di lingue, fra cui l’urdu, appreso nel suo viaggio in India, dove studiò anche il sanscrito.

Poco più che trentenne, Crawford tornò in vacanza in Italia, a Sorrento, e poco dopo comprò una villa a Sant’Agnello, che diventò la sua residenza principale. Autore di una quantità incredibile di opere narrative, saggi e drammi teatrali, era il re Mida della parola scritta. Per la gioia dei suoi editori, ogni suo nuovo libro diventava un best seller. Dei suoi 44 romanzi, da molti dei quali furono ricavati dei film, ben 20 hanno come luogo di azione Roma, Venezia, Sicilia e l’Italia del sud in generale. E, cosa forse ancora poco nota finora, due di essi sono interamente  ambientati ad Amalfi.

Il primo dei due, With the Immortals (1888), si svolge fra le rocce di Pogerola, nel castello del Gaudio, una elettrizzante (nel senso letterale del termine, visto che parla di fenomeni medianici di elettromagnetismo) storia di fantasmi di cui vi racconteremo un’altra volta.

Oggi invece parliamo del secondo dei suoi romanzi amalfitani, Adam Johnstone’s Son, che contiene una novità straordinaria per l’epoca, una serie di vignette grafiche che commentano scene e dialoghi, quasi un’anticipazione di quello che negli anni Cinquanta sarebbe diventato il fotoromanzo, il racconto per immagini che diventò uno dei più popolari generi narrativi del XX secolo.

Inizialmente pubblicato in tredici puntate fra aprile e giugno 1895 sul settimanale londinese The Illustrated London News, il romanzo Adam Johnstone’s Son contiene 24 disegni di Amédée Forestier, artista anglo-francese che era uno dei più popolari illustratori dell’epoca, inviato appositamente in Costiera per dare “colore locale” alla vicenda, come annunciava il bollettino editoriale che dava notizia dell’imminente pubblicazione dell’opera.

The Illustrated London News è stato il primo giornale illustrato al mondo. Pubblicato per 161 anni, dal 1842 al 2003, fu una miniera di raffinate illustrazioni che con le loro  immagini commentavano testi narrativi ed eventi internazionali. Vi collaborarono fra gli altri Robert Louis Stevenson, Thomas Hardy, Joseph Conrad, Arthur Conan Doyle, Rudyard Kipling, G. K. Chesterton, Agatha Christie.   

Pubblicare romanzi a puntate era un modo per attrarre l’interesse del lettore medio, che cercava storie di facile consumo e vicende appassionanti, possibilmente con colpi di scena che stuzzicassero la curiosità di vedere cosa sarebbe successo nella puntata successiva. Era il genere del feuilleton o romanzo d’appendice tanto in voga in quegli anni. Ebbene, grazie allo scrittore americano innamorato della Costiera, anche Amalfi ebbe il suo primo romanzo “a fumetti”.

Adam Johnstone’s Son racconta la storia di due viaggiatrici inglesi, Clare e sua madre, che trascorrono le vacanze all’Albergo Cappuccini di Amalfi. Clare è orfana di padre, il capitano Bowring, che aveva perso la vita “in una sconosciuta schermaglia con dei neri, in una delle sconosciute ma costose piccole guerre inglesi.” Madre e figlia sono ad Amalfi da due mesi, ma non hanno praticamente mai messo piede fuori dall’albergo. Trascorrono le giornate leggendo, ricamando e osservando il panorama dal porticato del Cappuccini.

Ogni tanto parlano di fare un’escursione a Ravello, ma il progetto continua a essere rimandato (in quegli anni non era facile per due donne sole organizzare una salita a Ravello a dorso d’asino). La loro monotona vacanza è sconvolta dall’arrivo di un nuovo ospite, l’avvenente Brook Johnstone, che si innamora di Clare, la quale però pur essendone attratta rifiuta il suo corteggiamento, dal momento che senza volerlo aveva  assistito a una scena in cui il giovane aveva rotto bruscamente una relazione con una donna sposata. Per la delicata sensibilità di Clare era stata una scena inaccettabile. A complicare la situazione arriva la scoperta che un tempo il padre di Brook e la madre di Clare erano stati sposati, un matrimonio di breve durata dal quale non erano nati figli.

Le scene del romanzo, di cui vediamo qui alcune immagini, hanno come sfondo le vedute di Amalfi dall’Albergo Cappuccini, gli interni dell’albergo, e le passeggiate nei dintorni, come questa in cui i due giovani si spingono fino alla Torre dello Scarpariello fra Castiglione e Marmorata.

L’amore di F. M. Crawford per la Costiera era tale  che per il suo ritratto ufficiale, eseguito in studio da uno dei più famosi fotografi di New York, volle farsi fotografare contro un fondale dipinto con la classica veduta di Amalfi dall’Albergo Cappuccini (lo vediamo nella foto qui sopra).

Crawford morì a soli 54 anni il 9 aprile 1909, nella sua villa di Sant’Agnello. Il giorno dopo, il New York Times gli dedicò un lungo articolo, dove si raccontava che quel giorno i negozi di  Sorrento erano rimasti chiusi per lutto cittadino.

Ora, ripensando alla letteratura internazionale ispirata alla Costiera Amalfitana, non ci vengono in mente altri scrittori che abbiano interamente ambientato non uno, ma ben due romanzi ad Amalfi. Dunque, visto che si sta diffondendo anche da noi la bella abitudine di dedicare strade e sentieri ad autori che abbiano scritto anche soltanto qualche pagina sui nostri territori, sembra arrivato il momento di intitolare a Francis Marion Crawford una stradina, un viottolo, un piccolo belvedere, insomma qualcosa che oltre a  esprimere la nostra gratitudine nei suoi confronti, ci faccia ricordare che, molto tempo prima di diventare set di foto da taggare sui social media, la Costiera era fonte di ispirazione artistica e letteraria.

redazione
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