di SALVATORE AMATO
Agli inizi del 1625, l’amministrazione nobiliare e popolare di Ravello, rappresentata dal sindaco Fabio Fusco, dall’eletto Francesco Antonio d’Afflitto per i Nobili e dal medico Giovanni Silvio Pisano, dall’eletto Ottavio Fenice per il Popolo, stipulava un contratto di prestazione professionale con il sacerdote Antonio Venturello di Montecorvino per l’apertura di una scuola di grammatica e umanità.

Le attività didattiche dovevano svolgersi in una casa individuata dall’amministrazione civica nei giorni feriali con facoltà di accesso gratuito a tutti i fanciulli e agli allievi sia cittadini che dimoranti.
Dal punto di vista didattico era previsto l’insegnamento della grammatica di mattina e di pomeriggio, la lettura, il dettato e la composizione in base alle capacità di apprendimento.
Il contratto con il docente era di tre anni, dal primo gennaio 1625 al 31 dicembre 1627, mediante corresponsione di 120 ducati all’anno, pagati mensilmente dall’amministrazione civica.
Per gli scolari provenienti da altre città il corrispettivo per la prestazione doveva essere concordato tra il maestro e gli allievi “come meglio li parerà e piacerà”.
La sospensione delle lezioni, anche per consentire al maestro di ritornare al suo paese d’origine, avveniva per “ferie di Carnevale, Pasqua e Natale”.
L’iniziativa, realizzata nonostante le non floride risorse della Città, con il connesso rischio di non avere continuità, rappresenta certamente una indubbia testimonianza di civiltà.