Uno scenario unico e meraviglioso e dei “pazzi ubriachi di sole” hanno reso la Costa d’Amalfi un “iper-luogo”, popolato di sirene e di eroi, di principesse e di avventurieri i quali, stimando come unico limite la propria spada e la loro immaginazione, raggiunsero «patria più lontana, che già s’avean contrada e forno e bagno e fondaco e fontana per tutto…».
“Quei d’Amalfi“, tra le ultime proposte editoriali di Gabriele Cavaliere (officine Zephiro Editore) racconta di quegli uomini e di quelle donne, e di qualche “guappo di cartone”, che nei secoli hanno contribuito a costruire il mito di Amalfi. Tremila anni di trionfi e di cadute, di cultura e di eroismo, di avventure…


Il racconto ha inizio quando la Costiera Amalfitana non esisteva neppure come idea, e termina con gli eventi che, inaspettatamente, la videro protagonista della riscossa del “mondo libero”…
Domani, venerdì 14 giugno nella suggestiva cornice dei giardini dell’hotel Parsifal di Ravello (inizio ore 18,00) sarà presentato il progetto “Quei d’Amalfi ” che sia articola in tre volumi. Con l’autore ne discutono Giulia Annunziata, storica dell’Unisa, lo storico Donato Sarno del Centro di Cultura e Storia Amalfitana, Lorenzo Imperato dell’associazione Ravello Nostra. La serata si aprirà con i saluti del sindaco di Ravello, Paolo Vuilleumier e del presidente incoming del Rotary Club Costiera Amalfitana, Amalia Pisacane. Saranno presenti il presidente del Rotary Interact Benedetta Giordano e il sindaco dei ragazzi, Raffaele Amato.

L’evento sarà impreziosito dalla presentazione dei vini della cantina irpina “I Due Principati” di Taurasi a cura della sommelier Emilia Ammaturo.
«Ho riscritto la storia spiandola dal buco della serratura, poiché sono convinto che le storie dei “luoghi ristretti” non possano essere considerate “storia minore”, e che le esperienze dei meno famosi possano produrre giudizi talvolta più aderenti alla realtà delle teorie di tanti studiosi – spiega Gabriele Cavaliere – Tremila anni in tre volumi, nei quali, pagina dopo pagina, personaggio dopo personaggio, ho condotto la Storia nel perimetro locale, farcendo la narrazione di aneddoti e di “cunti”, di “dietro le quine”, allo scopo di restituire uno quadro degli eventi “neo realista”, che raccontasse “cose serie” mostrando l’aspetto più umano, a volte tragicomico, altre picaresco, dei protagonisti».


