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Quel giorno tanto atteso: l’incontro con papa Francesco

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di FRANCESCO ROMANELLI*

Il 31 maggio di quest’anno rimarrà nella storia dell’Associazione Giornalisti Cava-Costa d’Amalfi “Lucio Barone” che ha sottoscritto tempo fa la Carta di Assisi nella sede della Federazione della Stampa Italiana (è un vero e proprio manifesto culturale contro i muri mediatici). Il senso di questa data non è esagerato né tantomeno retorico. Una folta delegazione del sodalizio fondato da Lucio Barone ha incontrato davanti al sagrato della Basilica di San Pietro papa Francesco (da lassù Lucio, profondo cristiano, con il suo sorriso sornione ne sarà stato molto contento). Erano le prime luci dell’alba dell’ultimo giorno di maggio o le ultime della notte? Chissà! L’emozione per quel manipolo di giornalisti (con me Rosanna Di Giaimo, Emiliano Amato, Adriano Mongiello, Angela Vitaliano e Lucia Criscuolo) era davvero tanta. Un incontro “de visu” con papa Francesco? Forse era solo un bel sogno. No! era davvero realtà grazie all’attenta e precisa regia di Rino Anastasio, un amico di sempre dell’Assobarone.

L’incontro di noi operatori dell’informazione, quasi furtivo davanti alla stazione di Cava de’ Tirreni! Ma si va davvero a Roma da Papa Francesco? Ricorre sempre il solito interrogativo: sogno o realtà? Neanche l’appuntamento fissato con estrema precisione e con tutti gli avvisi del caso da parte mia avevano sciolto il dilemma: ma si va davvero da Papa Francesco?  Ebbene sì il mistero è stato sciolto poco dopo. Si parte davvero per incontrare il Papa prime luci dell’alba avevano definitivamente sciolto l’enigma. Mancava circa un quarto d’ora alle 4, gli ultimi avvisi, si parte! A Frosinone, man mano che ci si avvicinava alla meta, i battiti cardiaci aumentavano e alla vista del Cupolone andavano a mille…

L’ingresso dalla porta del Perugino dava precludeva all’incontro con Papa Francesco. Ci sarebbe stato davvero. Bisognava superare gli ultimi ostacoli: i discreti e giusti controlli della gendarmeria vaticana e delle Guardie Svizzere con la loro scintillante uniforme. Il manipolo dei giornalisti cavese-amalfitano era ormai al proprio posto a poca distanza dalla sedia dove si sarebbe seduto il Pontefice. Alea iacta est (il dado è tratto). Missione compiuta. Un nugolo di gente si alza in piedi (naturalmente anche noi) subito una giovane guardia svizzera invita a sedersi. Papa Francesco, in perfetto orario, come suo solito porge il suo “buongiorno a tutti”. Interessante la catechesi del giorno che riguardava “la passione per l’evangelizzazione: lo zelo apostolico del credente. Testimoni: il Venerabile Matteo Ricci”. Mentre il sole battente inondava piazza San Pietro gremita come al solito per ascoltare Papa Francesco, si avvicinava l’ora del fatidico incontro. Papa Francesco, claudicante, si immergeva tra le centinaia di persone che lo attendevano per una ricevere una parola di conforto, una carezza, una benedizione. A mente ognuno “ripassava” le parole da profferire al Papa. Era un rimescolare di perifrasi: che cosa dico per prima? Dubbi amletici per Rosanna Di Giamo, bella professoressa cilentana ormai cavese dal dolce sorriso, Emiliano Amato proveniente da Ravello emozionato all’ennesima potenza e io, cavese di adozione ma che ha conservato nel suo cuore da sempre il paese natio: San Mauro la Bruca, veranda naturale su Capo Palinuro. Man mano che Papa Francesco si avvicinava i dubbi su che cosa riferirgli, invece di diminuire si moltiplicavano. Ecco i Papa Francesco “il rivoluzionario” si avvicinava finalmente! Rosanna gli stringeva la mano con profonda devozione con il suo sorriso sincero, ricambiato in egual modo. Secondi, attimi e adesso che cosa gli dico (questo si leggeva sul volto di Francesco)?

Appena il Santo Padre mi ha stretto la mano sono partito come un fiume in piena: “siamo dei giornalisti che provengono da Cava de’ Tirreni e dalla Costiera Amalfitana. Un onore poterle regalare il nostro logo con il simbolo della nostra città ‘fidellissima’ e la croce ad otto punte di Amalfi”. Ed ancora: “Io e la professoressa Rosanna proveniamo da una terra che ha dato i natali ad una persona che lei ha sempre stimato, il cardinale Antonio Quaraccino di Pioppi di Pollica che la consacrò Vescovo tanti anni fa”. E lui: “vero”.  Gli regalo anche una guida della chiesa del mio paese d’origine che ora è “Santuario Eucaristico” e lui: “grazie!”.

Emiliano con i battiti del cuore a mille ha estratto da una elegante confezione un bottiglia di limoncello offerta dal titolare di un importante attività commerciale di Amalfi. Nella busta ve n’è un’altra preparata appositamente dal suo papà per il Santo Padre con una sua dedica particolare. Così Emiliano: “Santo Padre, un nostro amico in comune, Rino Anastasio, ci ha detto che le piacciono i limoni della Costiera e noi vi abbiamo portato il buon limoncello della nostra terra” e lui ha gradito non poco quel gesto così semplice e spontaneo. Sono stati poco meno di due minuti intensi, speciali, indimenticabili. No, non è stato un sogno: per fortuna tutto vero!

* presidente Associazione Giornalisti Cava de’ Tirreni-Costa d’Amalfi “Lucio Barone”

redazione
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